Recensione Deus Ex: Mankind Divided

Adam Jensen è tornato in un nuovo capitolo della serie Deus Ex intitolato Mankind Divided, ed oggi vogliamo condividere con voi la nostra Recensione. Deus Ex: Mankind Divided cronologicamente parlando è ambientato a 2 anni di distanza dagli avvenimenti narrati in Human Revolution che è possibile rivedere in un comodo filmato della durata di 20 minuti prima di iniziare la modalità storia.

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Dopo gli avvenimenti del precedente capitolo i governi hanno iniziato a vedere i potenziati come una possibile minaccia proponendo una legge che obbliga tutti i potenziati ad installarsi un chip per il controllo a distanza, segregandoli in ghetti. E’ qui che entra in gioco Adam Jensen in città come Dubai, le Alpi svizzere e la bellissima Praga riviste in chiave futuristiche, sopratutto quest’ultima costruita come un vero e proprio open world, esplorabile liberamente da cima a fondo con la possibilità di entrare in appartamenti, locali e molti altri edifici oltre che girovagare per la città alla ricerca dei suoi segreti.

Praga è divisa in diversi quartieri tra i quali è possibile spostarsi utilizzando la metropolitana con dei caricamenti mascherati da animazioni. La città è ricca di negozi ed è possibile decidere se cimentarsi nelle missioni secondarie o proseguire con la trama principale. Tra le missioni alternative vi sono le infiltrazioni, dove bisogna entrare di soppiatto nei locali cercando di ottenere il maggior numero di informazioni sul bersaglio.

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Dal punto di vista tecnico Deus Ex: Manking Divided non si distacca molto dal suo predecessore, proponendo un gameplay che resta invariato nonostante l’aggiunta di alcune novità molto interessanti. Ancora una volta torna la visuale in prima persona che diventa in terza quando ci si trova in copertura, offrendo al giocatore la possibilità di decidere come raggiungere il luogo della missione e completarle, utilizzando un approccio stealth, disattivando le telecamere di sicurezza ed eliminando i bersagli silenziosamente oppure se buttarsi nella mischia come un comunissimo sparatutto.

Il protagonista è totalmente potenziabile grazie alla presenza dei Kit Praxis, appositi moduli di modifica che si ottengono tramite i punti esperienza guadagnati nel corso della modalità storia. Nonostante Manking Divided sia legato cronologicamente a Human Revolution, ci ritroviamo a potenziare Jensen da zero ma con la possibilità di provare tutti i potenziamenti tramite la prima missione che funge da tutorial.

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E’ possibile migliorare le abilità di hacking, la potenza fisica, l’utilizzo dei dispositivi mimetici o attenuatori del rumore, lo scatto iperveloce, violazione remota e molto altro ancora. La decisione se rendere Jensen silenzioso e letale o una macchina da guerra inarrestabile spetta solo a noi.

Tra le novità vi è l’introduzione della gestione dell’energia per i potenziamenti che si rigenera automaticamente nel corso del tempo e che quindi non necessita di apposite celle nonostante il limite massimo di ricarica si riduca ad ogni utilizzo, costringendoci ad impiegare delle celle energetiche per ricaricarle completamente tramite un limitato sistema di crafting. Altra novità risiede in un sistema di dialogo avanzato con scelta multipla in grado di influenzare le missioni.

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La durata complessiva del titolo si aggira sulle 30 ore per la modalità storia escludendo chiaramente lo svolgimento delle secondarie o l’esplorazione di Praga. Completando la Storia si ottiene l’accesso alla modalità Nuova Partita + che consente di iniziare nuovamente l’avventura ma disponendo di tutti i potenziamenti e le abilità sbloccate in precedenza con un finale differente. Se la storia e le missioni secondarie non sono sufficienti,  vi è una sezione chiamata I Racconti di Jensen che contiene missioni extra legate alla trama e la modalità Breach, una serie di livelli virtuali con tanto di classifiche mondiali.

Purtroppo però non tutto è oro ciò che luccica e anche Deus Ex Mankind Divided è affetto da alcuni problemi tecnici, dai caricamenti a volte eccessivi sia per i progressi che per spostarsi da una zona all’altra ad un comparto grafico affetto in alcuni casi da un’eccessiva dose di aliasing, il tutto unito a dei cali di frame ma che per nostra fortuna non si verificano costantemente. Dialoghi che spesso non sono sincronizzati lasciando i protagonisti a bocca chiusa come fossero ventriloqui ed animazioni poco curate quanto ripetitive.

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