[Recensione] Among the Sleep

E’ trascorso un’anno dall’ultima volta che vi abbiamo parlato di Among the Sleep, oggi vogliamo deliziarvi con la nostra recensione della versione nextgen del titolo, disponibile su PS4 e prevista per il prossimo anno anche su Xbox One.

Among the Sleep: La bambina e il suo orsacchiotto

In Among the Sleep vestiamo i panni di una bambina, preda dei suoi peggiori incubi e delle paure più terrificanti che possano mai colpire un lattante, parliamo dell’uomo nero. Il gioco inizia con la festa di compleanno della bimba, dopo aver quasi pregustato una fetta di torta suonano alla porta, il padre che è venuto per vedere la bimba in quanto i genitori sono divorziati, viene respinto in malo modo dalla madre e si avverte quel senso di frustrazione e di spavento tipico del litigio tra genitori in tenera età.

Prima di andare il padre lascerà un regalo alla bimba, che ben presto diverrà l’unico amico del quale ci si può fidare e con il quale si affronterà questa breve ma terrificante avventura, un’orsacchiotto di pelusche animato. Dopo aver raggiunto la camera da letto, faremo la conoscenza di questo simpatico orsacchiotto, il quale ci permette di apprendere  i comandi di gioco attraverso un rapido ma intuitivo tutorial. La bimba è ancora piccola per parlare per cui l’unico personaggio che dialogherà con noi durante tutta l’avventura è proprio il tenero orsetto.

Alla ricerca dei ricordi perduti

Dopo essere stati bruscamente risvegliati durante il sonnellino notturno, dovremo girovagare per la casa alla ricerca dell’orsetto scomparso e capire cosa è successo e dove è finita la mamma. Il primo livello è incentrato proprio sull’abitazione della bimba, ciò permette al giocatore di famigliarizzare al meglio con i comandi e prendere confidenza con l’ambiente che lo circonda. Among the Sleep ci porta in differenti livelli di gioco ambientati in foreste, paludi, cantine e soffitte, alla ricerca degli oggetti chiave per scoprire la verità che si cela attorno alla scomparsa della madre, evitando di essere catturati dall’uomo nero tra un’esplorazione e una gattonata.

Essendo alle prime armi con la camminata, spesso ci ritroveremo a cadere durante la corsa, difatti i movimenti principali sono incentrati sulla gattonata e sull’interazione con i pochi ma importanti oggetti a disposizione, oltre la possibilità di richiamare in qualsiasi momento l’orsetto per illuminare il cammino, tranquillizzando la bambina. Ogni livello giungerà al termine non appena avremo trovato e raccolto l’oggetto chiave che ci servirà per alimentare la macchina dei ricordi nello scantinato, e che una volta completata farà luce sulla vicenda mostrandoci cosa è realmente accaduto.

Hai paura dell’uomo nero?

L’uomo nero in Among the Sleep può mutare la sua forma, in ogni livello dovremo fronteggiare un differente, titanico e spaventoso essere malvagio dalla presenza oscura e dagli occhi accecanti con urlo straziante e movimenti veloci, essere catturati dall’uomo nero equivale a ritrovarsi di fronte un ciuccio penzolante e quindi al gameover.

In ogni livello dovremo tenere gli occhi e le orecchie bene aperti per udire i passi dell’uomo nero che a volte risulteranno un’illusione per tenderci un agguato dietro l’angolo. Non avendo la possibilità di correre a lungo, spesso ci ritroveremo a dover distrarre l’uomo nero o attendere il suo passaggio per raggiungere la salvezza o un punto sicuro in prossimità.

Non è possibile sconfiggerlo ma solo fuggire ed evitarlo, l’orsetto in dotazione ci permette di illuminare il cammino nei luoghi oscuri in cui è impossibile orientarsi ma non potrà fare nulla contro queste minacciose presenze oscure.

Conclusioni e Impressioni

Premetto che ho letteralmente divorato la versione PC uscita nel 2014, completata sia normalmente che in VR, tanto attesa fin dal suo annuncio ufficiale. Avere la possibilità di rigiocarlo su PS4 è entusiasmante, nonostante l’assenza del supporto Playstation VR e di una qualsiasi novità che possa differenziarsi dal’edizione precedente.

Un titolo che merita assolutamente l’acquisto e di essere giocato fino in fondo, nonostante la longevità purtroppo lascia molto a desiderare se aggiunta ad un livello di difficoltà praticamente inesistente.