Prendete No Man’s Sky ed aggiungete il lowpoly, il risultato è Morphite, ed oggi vogliamo condividere con voi la nostra Recensione di questo semi-clone ben riuscito e dal comparto grafico originale, disponibile su PC Steam e Console.
Morphite Recensione
Come accade in No Man’Sky ci ritroviamo in un futuro in cui l’uomo può viaggiare nello spazio, sia alla ricerca di nuove forme di vita che di materie prime utili alla sopravvivenza dell’umanità. Al primo avvio ci viene proposto una sorta di tutorial, dove è possibile apprendere le meccaniche di gioco e famigliarizzare con la visuale in prima persona.
Completate le prime fasi, atterriamo su un pianeta dove il nostro lungo viaggio ha inizio. Morphite non presenta combattimenti frenetici o puzzle difficili da risolvere, proponendo un gameplay rilassante che si sposa alla perfezione sia con una colonna sonora coinvolgente che con un comparto grafico semplice e accattivante.
Dagli animali alle razze aliene, dagli scenari ai singoli oggetti con i quali possiamo interagire, tutto realizzato in low poly per gli amanti del genere. Durante le esplorazioni con un’apposito strumento a disposizione, è possibile analizzare l’ambiente che ci circonda alla scoperta di risorse importanti, da estrapolare con la pistola laser in dotazione.
I pianeti purtroppo non sono interamente esplorabili, ma suddivisi in aree interconnesse nelle quali è possibile spostarsi a piedi con sezioni platform non troppo complesse, al fine di salire o scendere dai dislivelli e nuotare nelle acque presenti.
Lo scudo a disposizione con l’apposito indicatore, ci permette di tenere sotto controllo la barra vitale in seguito ad una caduta, mancanza di ossigeno, temperatura e cosi via dicendo. Come accade nella sua controparte, la tuta può essere aggiornata ricorrendo ai materiali raccolti, al fine di migliorare la barra vitale o la resistenza.
Oltre i potenziamenti per la salute, è possibile incrementare la resistenza al caldo o al freddo, per poter esplorare al meglio ogni singolo pianeta. Durante gli spostamenti automatici tra un pianeta e l’altro, ci viene proposta la possibilità di fare degli scambi con altri esploratori gestiti dalla CPU o imbatterci in eventi casuali, come navi pirata con le quali possiamo commerciare o dare vita ad uno scontro, asteroidi ed altro ancora.
Come per la tuta anche la navicella presenta una barra energetica, che indica il livello di resistenza ai danni subiti, portandoci il più delle volte a compiere degli atterraggi di emergenza, al fine di ripararla per proseguire il lungo viaggio nello spazio.
Durante le esplorazioni dei pianeti, è possibile imbattersi in creature ostili simili agli animali terrestri, con un’IA non troppo aggressiva ed una potenza di fuoco a favore del giocatore. Inutile dire che non mancano all’appello missioni secondarie, le quali ci ricompensano con oggetti utili e dove è possibile fare la conoscenza di personaggi secondari.
I pianeti sono generati proceduralmente, portandoci ad esplorare nuovi scenari in maniera casuale e sui quali è possibile recuperare ogni tipo di materiale. 15 sono i pianeti disegnati manualmente e destinati principalmente alla modalità storia e infiniti altri per soddisfare la nostra curiosità.
Non possiamo di certo parlare di longevità, in quanto come per No Man’s Sky ci ritroviamo a viaggiare all’infinito, nonostante poche ore di gioco siano in grado di farci comprendere pienamente la struttura e bellezza di Morphite, peccato che non sia localizzato in italiano sia in voci che testo.
Come accade con la sua controparte, purtroppo ci ritroviamo in un gioco ripetitivo sotto ogni punto di vista, dove la raccolta dei materiali e le esplorazioni sono il fulcro del titolo per tutta la sua durata. Crescent Moon Games è riuscita a realizzare una valida alternativa a No Man’s Sky, rivolta principale agli amanti dello stile low poly, a dimostrazione di come il comparto grafico non sia la chiave per il successo.
Purtroppo però la difficoltà risulta al di sotto delle aspettative, con un’IA discutibile e dei combattimenti molto semplici da portare a termine. La totale assenza della lingua nostrana non aiuta di certo il titolo a decollare, allontanando dallo stesso coloro che non masticano la lingua estera.