Durante l’evento dedicato al multiplayer di Battlefield 6, Electronic Arts ha finalmente chiarito uno dei temi più discussi dai fan degli sparatutto online: il matchmaking basato sull’abilità (SBMM) sarà presente, ma in una forma meno invasiva rispetto a quella adottata da altri titoli competitivi. L’intento è quello di preservare lo spirito aperto, dinamico e caotico che ha sempre contraddistinto la saga, evitando partite troppo serrate o artificiosamente bilanciate.
Un matchmaking che si adatta a modalità e contesto
Stando a quanto riportato da CharlieINTEL, il sistema di matchmaking di Battlefield 6 considera quattro fattori principali per determinare il server e i giocatori più adatti per ogni sessione:
- Ping (latenza della connessione)
- Posizione geografica
- Disponibilità dei server
- Livello di abilità del giocatore
Electronic Arts ha specificato che questi parametri cambieranno a seconda della modalità selezionata e del numero di giocatori coinvolti. Si tratta quindi di un sistema dinamico e flessibile, in grado di adattarsi alle esigenze di ogni scenario, piuttosto che di una formula rigida e standardizzata.
Doppio livello di bilanciamento: pre-partita e in-game
Una delle novità più rilevanti riguarda il funzionamento su due livelli del matchmaking:
- Pre-partita: prima di entrare in lobby, il sistema seleziona il server migliore tenendo conto di latenza, distanza geografica e un valore indicativo dell’abilità del giocatore. Questo permette di formare partite con una base equilibrata senza forzare l’omologazione delle skill.
- Durante la partita: una volta caricata la lobby, un secondo algoritmo si occupa della composizione delle squadre, cercando di bilanciare i team in base al valore aggregato dei giocatori presenti, così da evitare scontri troppo sbilanciati già in partenza.
Questo approccio è stato anticipato anche dal Lead Producer David Sirland, che aveva dichiarato ad aprile 2025:
“Ci serve un valore di abilità per creare squadre bilanciate, indipendentemente dall’ampiezza della curva di abilità presente sul server. Battlefield dà il meglio di sé nelle modalità guerra totale con amici e giocatori diversi: non vogliamo limitare questa esperienza.”
Un matchmaking che non snatura l’esperienza Battlefield
A differenza di altri sparatutto come Call of Duty, dove il matchmaking è spesso percepito come oppressivo o frustrante, Battlefield 6 punta a una coabitazione tra giocatori esperti e principianti, mantenendo la varietà e l’imprevedibilità degli scontri. L’obiettivo dichiarato di EA è evitare le lobby “fotocopia”, preferendo un bilanciamento più naturale, dove il contesto di gioco conta quanto la skill individuale.
Ancora dubbi sulle partite da 128 giocatori
Nonostante le buone intenzioni, rimangono alcuni punti da chiarire:
- Come sarà gestito il matchmaking nelle partite da 128 giocatori, dove l’equilibrio tra squadre è ancora più complesso?
- Come funzionerà l’SBMM nella beta pubblica, attesa per le prossime settimane?
- Quanto sarà visibile o personalizzabile il sistema SBMM lato utente, ad esempio per chi gioca in gruppo con amici di livelli molto diversi?
Vista la centralità del tema all’interno della community, è probabile che nuovi dettagli emergano presto, sia da comunicati ufficiali che da data mining e test sul campo durante la fase beta.
Battlefield 6 sembra voler trovare un equilibrio delicato tra il caos che ha reso grande la serie e le esigenze moderne di bilanciamento. Il matchmaking basato sull’abilità non sarà assente, ma non dominerà l’esperienza: sarà piuttosto uno strumento adattivo per migliorare la qualità delle partite, senza snaturare l’essenza del gioco. Se EA riuscirà a mantenere questa promessa, il nuovo Battlefield potrebbe rappresentare un punto di svolta per il multiplayer su larga scala.