A cosa serve un server dedicato?

Al giorno d’oggi, progettare per il web significa molto spesso cimentarsi con architetture virtuali estremamente complesse.

Ciò dipende dal fatto che i siti web – anche quelli apparentemente più “semplici” e normali, con delle funzioni che non vanno troppo al di là della dotazione base della media dei siti in circolazione – stanno diventando sempre più elaborati, sia come numero di funzioni sia come capacità performative.

Ma soprattutto essi vengono pensati sin dall’inizio come qualcosa le cui potenzialità di espansione dovranno essere virtualmente infinite, e proprio per questo prevedono di default uno spazio “modulare” destinato a essere riempito a mano a mano che il sito si espande. Un esempio tipico di tale attitudine è il game hosting: oggi chi progetta un videogioco online tende a prevedere un’espansione rapida e in molti casi esponenziale del proprio sito; uno spazio che preveda l’aggiunta di nuovi livelli e funzioni, la creazione di nuovi ambienti di gioco (oggi la struttura privilegiata per un gioco online è la cosiddetta sandbox, che prevede sin dall’inizio delle possibilità di espansione pressoché infinite), l’aumento vertiginoso dei giocatori (e dunque delle queries a essi facenti riferimento).

Stesso discorso può essere fatto per i siti di e-commerce. Al momento della loro creazione, il designer non può sapere quanto si amplierà il catalogo che andrà a ospitare, quali e quanti materiali a corredo di ciascuna voce (foto e/o video degli articoli, ad esempio) verranno implementati e soprattutto quanti clienti il sito si ritroverà a gestire nel giro di qualche mese. Onde evitare di riprogettare daccapo il proprio spazio web nel giro di poco tempo, chi può permetterselo sin dall’inizio tende ad avere una visione “ottimistica” del futuro e a progettare un sito già concepito per “assorbire” senza contraccolpi anche l’espansione più violenta.

Ovviamente stiamo parlando di siti web di dimensioni aziendali o istituzionali, che prevedono ad esempio servizi avanzati di ERP o CRM, oppure di quel mondo peculiare che risponde al nome di virtual gaming. Siti personali o di dimensioni ridotte esistono e continueranno a esistere, e per loro varranno regole d’ingaggio ben diverse. È chiaro, ad esempio, che il sito personale di un insegnante di musica, per il quale lo spazio web non è altro che una vetrina promozionale del proprio lavoro, ha esigenze ben diverse rispetto a chi sta allestendo un gioco che, negli intenti, in futuro vorrà dare del filo da torcere a Minecraft e altri prodotti di analoga capillare diffusione.

Proprio per questo motivo, le web farm e/o i provider di spazi web per hosting tendono sempre più a fornire dei server dedicati, vale a dire degli hardware indipendenti completamente al servizio di un unico sito. In altre parole, un cliente può richiedere che il proprio sito web venga ospitato su un computer deputato ad accogliere unicamente quel sito e a lavorare su di esso, dedicandogli tutto lo spazio di archiviazione, la CPU e la RAM e scegliendo il sistema operativo più adatto, o addirittura una congerie di sistemi operativi, ciascuno dei quali operanti su determinate applicazioni. Detti anche bare metal server, questi servizi di hosting hanno l’indubbio vantaggio di fornire al cliente l’accesso di root per effettuare delle customizzazioni a livello di sistema, rendendo l’hosting più flessibile e modellabile sulle proprie esigenze. Inoltre, trattandosi di macchine non in rete con altri computer, esse non presentano inconvenienti derivanti dalla convivenza di più progetti sullo stesso hardware, che a volte possono compromettere le performance dei siti più “deboli” (un fenomeno conosciuto come effetto “noisy neighbour”).

In altre parole, se si sta progettando un sito web di dimensioni ragguardevoli, le cui funzionalità complesse richiedono uno sforzo notevole a livello di hardware, e destinato a un’interattività sempre più ampia e massiccia con gli utenti, è consigliabile pensare da subito a un server dedicato. Tenendo presente che esso può essere scelto anche in un secondo momento, ma in questo caso gli investimenti per riadattare un sito a un ambiente esclusivo potrebbero essere tutt’altro che irrilevanti.