Siamo appena tornati dal paese della luce, ed oggi vogliamo condividere con voi le nostre impressioni su The Town of Light, capolavoro made in italy realizzato dai ragazzi di L.K.A.
Nel paese della luce
The Town of Light non è la solita avventura horror, nel quale il giocatore è soggetto spesso a scarejump ma qualcosa di ben diverso, incentrato sugli avvenimenti che hanno visto protagonista il manicomio di volterra tra la fine dell’800 e la metà del 900, l’inferno in terra descritto da molti, un luogo di non ritorno dove terrore e paura regnavano sovrani e dove i pazzi venivano trattati come bestie, soggetti ad esperimenti atroci.
Nel gioco vestiamo i panni di una fanciulla recatasi al manicomio oramai in rovina, per rivivere le vicende di Renèe, una ex paziente di questo inferno, nessuno scarejump pronto a spaventare il giocatore o presenze oscure, il tutto ruota attorno ad una narrazione che non viene mai meno ai fatti, una storia in grado di coinvolgerci a tal punto da restare incollati allo schermo dall’inizio alla fine di questa meravigliosa avventura esplorativa.
Charlotte: La bambola della pazzia
Nonostante buona parte del gioco sia incentrata sul padiglione principale del manicomio dove Renèe è stata internata, ci viene proposta la possibilità di esplorare anche i dintorni, offrendo al giocatore una quasi libertà di esplorazione se non fosse per l’inaccessibilità degli altri padiglioni.
Entrati nel mainicomio di volterra, il primo compito che vi viene affidato è di ritrovare una vecchia bambola di nome Charlotte appartenente a Renèe, una richiesta che da li a breve dare il via ad una serie di eventi, portando il giocatore a scoprire sempre più sulla storia narrata dagli sviluppatori, che in parte rappresenta quanto vissuto in quegli anni.
The Town of Light racconta la storia dal punto di vista di Renèe, proponendo monologhi durante l’esplorazione di quelle gelide mura e breve animazioni o disegni proiettati sullo schermo quasi fossero dei flashback.
Una colonna sonora da brividi
Poche le interazioni con l’ambiente circostante, eccetto porte, finestre e note sparse per le varie location, non vi sono enigmi e il sistema di aiuto che permette di richiamare la voce della fanciulla in qualsiasi momento, per capire dove andare e cosa fare non aiuta di certo a rendere difficile l’arrivo alla conclusione di questa triste storia.
Il tutto ruota attorno alla narrazione con la possibilità di fare delle scelte durante il gioco, che mutano il corso dello stesso ma che indirizzano il giocatore al medesimo finale seppur per via traverse.
Se il comparto grafico è eccezionale, proponendo edifici, oggetti ed altri elementi fedeli alla realtà, la colonna sonora è l’elemento chiave che rende The Town of Light un’esperienza da brivido che merita di essere vissuta fino in fondo. Effetti sonori e musiche che si sposano alla perfezione con le ambientazioni e adattate al meglio alle circostanze.
https://youtu.be/pvAWsx2bwQE
Una storia che nonostante sia poco longeva, portando il giocatore a completarla in poche ore, è in grado di tenere chiunque incollato alla sedia, stringendo tra le mani il mouse tra esplorazione e interazione. Giocato con le cuffie e a luce spenta, The Town of Light è in grado di far rivivere quei terrificanti momenti portando il giocatore realmente sul posto anche senza disporre di un visore per la realtà virtuale.
Per maggiori informazioni sugli eventi che hanno dato origine al videogioco The Town of Light, vi invitiamo a consultare il nostro articolo Ero entrata nel paese della luce