The Flame In The Flood: Recensione, Trailer e Gameplay

Dopo il successo ottenuto e meritato su PC, The Flame in the Flood è approdato anche su Nintendo Switch, ed oggi vogliamo condividere con voi la nostra Recensione su gentile concessione del team di sviluppo. 

The Flame In The Flood RECENSIONE

Ottenuti i fondi necessari su Kickstarter, The Flame in the Flood a distanza di mesi dalla controparte PC, è approdato ufficialmente anche sulla console Nintendiana, a dimostrazione di come un lavoro ben fatto venga ripagato.

Nel gioco vestiamo i panni di una giovane ragazza chiamata Scout, la cui missione è quella di affrontare in compagnia del fidato amico a 4 zampe, una pericolosa avventura post apocalittica, durante la quale è chiamata ad imparare svariate tecniche di sopravvivenza, dalla gestione ed occultamento delle risorse offerte dall’ambiente circostante, all’esplorazione di isole e avamposti generati proceduralmente. 

The Flame in the Flood ricorda per certi versi Don’t Starve, dove l’interazione con lo scenario diventa di vitale importanza per la propria sopravvivenza, in un mondo sempre differente, dove ci ritroveremo il più delle volte ad esplorarlo da cima a fondo, alla ricerca di risorse utili per la sopravvivenza.

A seconda del livello di difficoltà selezionato è possibile ripartire dall’ultimo checkpoint, mantenendo la quantità di risorse conseguite, barra vitale ed altri fattori, o impostare lo status di morte permanente per i giocatori hardcore, obbligati a ricominciare l’avventura da zero.

Come ogni altro survival, anche The Flame in the Flood ci pone di fronte alla preoccupazione di prenderci cura della protagonista, per evitare che l’indicatore della fame o della sete sia la causa del decesso, ponendo l’attenzione allo stesso tempo sulla temperatura corporea, e naturalmente il grado di riposo della protagonista.

Cibo ed acqua risultano due fattori chiave, ma allo stesso tempo bisogna prestare maggiore attenzione a ciò che si divora. E’ possibile ad esempio raccogliere l’acqua piovana o quella presente nelle pozzanghere, filtrando il liquido tramite appositi strumenti per evitare infezioni batteriche.

Durante le sessioni sul fiume, ci ritroveremo a scegliere una direzione, escludendo in automatico alcuni dei luoghi presenti nel titolo, senza la possibilità di portare con se tutti gli oggetti raccolti nel corso del viaggio.

Il gioco ci obbliga dunque a mangiare spesso, dormire per riposarci, stare attenti al pericolo sotto ogni punto di vista, che si tratti di bestie feroci o di cibi e bevande, elementi tipici di un vero e proprio survival. 

Rimanere troppo esposti alle intemperie, causerà la morte della protagonista per assideramento, per tanto ci ritroveremo spesso a cercare dei rifugi provvisori per trascorrere la notte o ripararci dal freddo.

In qualsiasi momento con le risorse a disposizione è possibile costruire una base dove sostare. Anche l’utilizzo dell’inventario gioca un ruolo importante. Nelle prime fasi dell’esplorazione abbiamo la possibilità di raccogliere ogni tipo di risorsa, ma con l’avanzare dell’avventura, ci ritroveremo a compiere delle scelte, decidendo a cosa rinunciare per liberare degli slot indispensabili nell’inventario, al fine di raccogliere oggetti utili alla propria sopravvivenza.  

In situazioni critiche dove l’assenza di cibo la fa da padrone, ci ritroveremo ad utilizzare delle trappole fatte in casa come si suol dire, per catturare gli animali o impedire ad esempio a dei lupi aggressivi, di prendere il sopravvento. Il tutto viene arricchito da un comparto grafico in low poly per la protagonista e il suo fidato cane, in scenari realizzati con uno stile grafico proprio, originale quanto accattivante, con visuale isometrica.

La versione Switch come per la controparte PC si comporta egregiamente, offrendo ai giocatori la possibilità di affrontare questa fantastica avventura sia sul grande schermo che in mobilità. 

Flame In The Flood Gameplay Trailer