The Evil Within 2: Recensione, Trailer e Gameplay

A distanza di anni dal lancio di The Evil Within di Shinji Mikami, arriva finalmente il sequel di uno degli horror più amati dai videogiocatori, ed oggi siamo lieti di condividere con voi la nostra Recensione di The Evil Within 2, su gentile concessione di Bethesda.

The Evil Within 2 Recensione

The Evil Within 2 riprende gli eventi lasciati in sospeso nel prequel, portandoci nuovamente in un mondo dove l’oscurità la fa da padrone, nei panni dell’ex detective Sebastian Castellanos, alla ricerca di sua figlia scomparsa all’interno dello STEM, una struttura realizzata dalla Mobius, al solo scopo di unificare le menti dei singoli individui, creando un mondo che va al di là della realtà, un universo in rovina e popolato da mostruose creature ed orrori al di là di ogni immaginazione.

Dopo aver assistito alla prima e longeva cutscene, ci ritroviamo all’interno dello STEM, dove potremo famigliarizzare con i controlli di gioco e i vari elementi presenti nel titolo, dal punto di salvataggio alla raccolta di dossier, diapositive ed altri collezionabili sparsi nel vasto mondo di gioco.

Come accadeva nel precedente capitolo, anche in The Evil Within 2 avremo a disposizione degli specchi rotti accompagnati dalla celebre melodia udita in passato, utilizzabili per teletrasportarci dalla stanza sicura all’open world proposto dallo STEM.

Una delle novità presenti nel titolo, risiede proprio nella libertà di esplorazione, tramutando The Evil Within 2 dai livelli del prequel in un mondo di gioco esplorabile in lungo e in largo, con una città in rovina popolata da mostri di ogni tipo, collezzionabili, armi ed altri oggetti utili nel corso dell’avventura.

In qualsiasi momento del gioco tornando al proprio rifugio o recandoci presso i garage di alcune abitazioni, è possibile tramite il banco da lavoro, costruire o potenziare il proprio arsenale con i materiali raccolti nel corso dell’avventura.

Non manca all’appello la possibilità di potenziare e dunque migliorare le abilità di Sebastian, tramite il GEL raccolto dai cadaveri dei nemici in decomposizione, consegnandolo all’infermiera che abbiamo conosciuto nel precedente capitolo.

Per la prima volta nella serie come in ogni altro open world che si rispetti, subentra la possibilità di partecipare ad eventi e missioni secondarie, allo scopo di incrementare notevolmente la longevità del titolo, la quale si attesta sulle 7 ore circa, qualora si decidesse di ignorare l’esplorazione e la ricerca dei collezionabili.

In qualsiasi momento è possibile tenere sotto controllo grazie all’HUD su schermo, sia la barra vitale di Sebastian che la stamina,quest’ultima ricaricabile gradualmente. Premendo l’apposito tasto si accede all’inventario, dove selezionare armi ed oggetti raccolti, ricorrere al tool per la creazione degli stessi, con la possibilità di assegnare armi e consumabili a degli slot rapidi.

 

In caso di morte, veniamo teletrasportati nell’ultimo rifugio visitato, con la possibilità di rifornirci di munizioni ed oggetti utili, potenziarci o salvare i progressi di gioco, prima di proseguire nuovamente l’avventura.

Altra differenza rispetto il prequel, risiede nell’introduzione di dialoghi con i personaggi secondari incontrati, senza però la possibilità di modificare in alcun modo l’andamento della discussione, a causa dell’assenza del sistema di scelte.

I dialoghi oltre a permetterci di avere maggiori informazioni sulla trama, permettono di sbloccare missioni secondarie ed oggetti utili. Anche in The Evil Within 2 ci ritroveremo faccia a faccia seppure in pochi momenti, contro una misteriosa e oscura entità, immune ai nostri proiettili, costringendoci a sgattaiolare di nascosto per sfuggire alle sue grinfie, utilizzando lo scenario a nostro vantaggio.

Lo STEM è suddiviso in quartieri, raggiungibili tramite un PC collocato all’interno di un edificio stabilito, il quale una volta attivato ci teletrasporta in una differente zona.

 

Abbiamo avuto il piacere di giocare l’edizione PC del titolo su un i7 3770, 16 GB di RAM e scheda video NVIDIA GEFORCE GTX 1080 8 GB con dettagli Ultra e risoluzione 4K. Purtroppo però il titolo a volte presenta dei drastici cali di frame, sopratutto durante gli scontri con molteplici nemici, costringendoci a ridurre la risoluzione, ritrovandoci un gameplay fluido a 60 FPS stabili a discapito del comparto grafico.

Nulla da ridire per la modellazione poligonale sia dei nemici presenti nello STEM che dei personaggi secondari, con animazioni curate, fluide ed accattivanti, il tutto condito da una colonna sonora che si sposa alla perfezione con le ambientazioni ed eventi, con un doppiaggio fedele al titolo originale ed adatto ai singoli personaggi presenti nel titolo. Ottimo anche il gameplay, il quale risulta immediato, intuitivo e coinvolgente.

The Evil Within 2 può considerarsi un vero e proprio survival horror, in quanto nel corso dell’avventura ci ritroveremo spesso privi di munizioni o medikit, obbligandoci a ricercare le materie prime necessarie per la loro fabbricazione.

The Evil Within 2 VIDEO RECENSIONE