[Recensione] SOMA

Un laboratorio sommerso che ricorda la città di Rapture, creatore biotecnologiche che avanzano nel buio e numerosi enigmi da risolvere, parliamo ovviamente di SOMA, il nuovo capolavoro videoludico dai creatori di AMNESIA che abbiamo avuto il piacere di provare per voi, ed oggi siamo qui per condividere le nostre impressioni.

soma logo

SOMA: Negli abissi della bestia

Il gioco inizia all’interno di una stanza, dopo una telefonata ci rechiamo in un laboratorio prendendo la metro per una scansione del cervello, dovuta ad un’incidente stradale avvenuto pochi anni prima. Durante la scansione assistiamo ad un lampo di luce per poi risvegliarci in una versione distrutta, diversa e sommersa del laboratorio. Alcune delle sequenze che rendono il gioco simile alla maestosa città di Rapure della serie Bioshock si svolgono sott’acqua. Vetri rotti, rumori inquietanti nell’aria e una storia in grado di attirare ancor di più rispetto l’atmosfera scelta i giocatori.

In SOMA ogni singolo cadavere ha una storia da raccontare, per una longevità che si attesta sulle 10 ore circa. Apparizioni di mostri mai improvvisate che rendono il gioco il meno spaventoso possibile con ritmi precisi e regolari. L’assenza degli scare jump offrono un titolo alla portata di tutti, sopratutto a chiunque non sia alla ricerca di un horror ma di un’avventura al di la della realtà. In alcuni momenti dovremo attraversare dei lunghi corridoi evitando di finire tra le braccia di mostri aggirabili facilmente se eviteremo di fissarli, in altri momenti dovremo nuotare da una parte all’altra dell’oceano per non finire nelle fauci dei pesci mutanti, restando incollati alle luci.

 

 

soma gameplay

Non sono un ROBOT!

L’intero gioco è ambientato nella stazione di ricerca sottomarina di PATHOS 2 avvolta da un silenzio spettrale interrotto da scariche elettriche e misteriose creature che si aggirano nel buio, macchine che credono di essere umani comportandosi come tali. Nei panni di Simon Jarrett dovremo riuscire a sopravvivere in un’ambientazione cupa, fredda e in decadenza con sezioni frenetiche e a volte riflessive.

I mostri per un totale di 6 differenti tipi, sono distribuiti con un conta gocce per l’intera durata della storia, spesso si riveleranno solo delle presenze aggirabili facilmente in quanto l’obiettivo prefissato dagli sviluppatori è quello di raccontare una storia focalizzando l’attenzione dei giocatori sia sulla fitta trama che sugli enigmi proposti, mettendo di tanto in tanto un’ostacolo per perdere quei pochi minuti di tempo con un pizzico di ansia della serie ” cosa faccio o dove vado?”

Vita o morte? Una decisione difficile!

SOMA fa molto leva sul sistema di sfcelte adottato in molteplici giochi. Nel corso dell’avventura ci imbattiamo in creature biotecnologiche con le quali abbiamo il piacere di dialogare, scegliendo poi il loro destino, da una morte lenta e dolorosa ad una salvezza tanto bramata. Le decisioni spesso risulteranno vitali per il proseguimento del gioco e della trama stessa, altre volte resteranno un semplice optional per spezzare la monotonia. Le scelte morali sono viste come un qualcosa di personale che spesso potranno essere ignorate.

Graficamente parlando il titolo riesce a stupire i videogiocatori per le ambientazioni curate e affascinanti ma che non sono all’altezza di molti titoli di nuova generazione, un gioco che eredita lo stile grafico da Amnesia ma con notevoli miglioramenti sia per la ricchezza delle ambientazioni che per i modelli poligonali dei personaggi stessi con una colonna sonora eccezionale, in grado di tenere incollati allo schermo i giocatori per tutto il tempo.

soma

Conclusione e Impressioni

SOMA è riuscito a destare il mio interesse fin dai primi minuti di gioco, sia per un’ambientazione assolutamente fantastica che per degli effetti sonori tipici di un horror game. Un titolo che merita non solo l’acquisto ma anche il suo completamento, sopratutto se avete apprezzato capolavori come Amnesia.