Dopo uno sviluppo travagliato, numerosi rinvii e una campagna Kickstarter, Inafune porta su console il nuovissimo Mighty No.9. Inutile dire che non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di provarlo per voi ed oggi vogliamo condividere la nostra Recensione.
Mighty No.9: L’erede spirituale di MegaMan
Sono trascorsi diversi anni dall’ultima volta che abbiamo messo le mani su un capitolo della serie MegaMan. Con Mighty No.9,Inafune ci propone un gioco dalle medesime o quasi meccaniche ma con una storia e un protagonista differenti. Nel gioco vestiamo i panni di un robot umanoide, unico sopravvissuto alla diffusione di un virus informatico in grado di mutare il comportamento e le caratteristiche dei robot.
Creato da uno scienziato assieme ai suoi 8 compagni, la sua missione è quella di sconfiggere gli amici e salvarli dal pericoloso virus, ripristinandone i sistemi. Nessuno scienziato folle, ma solo un potente virus da annientare. La struttura di Mighty No.9 è simile a quella vista nel suo padre spirituale, dopo un livello introduttivo ci si ritrova nel laboratorio con una mappa dove poter selezionare il robot da affrontare nell’ordine preferito.
Per ogni Boss è presente una scheda dove è racchiusa una breve biografia in lingua inglese, nonostante il gioco supporti appieno i sottotitoli in italiano, con doppiaggio in inglese privo di animazioni labiali, come se i protagonisti fossero dotati della lettura della mente.
Il potere dell’assimilazione
Se in MegaMan bisognava sparare ai nemici e boss per farli esplodere, in Mighty No.9 ci ritroviamo a danneggiarli per poi assimilarli al fine di liberarli dal virus, ottenendo allo stesso tempo capacità e abilità uniche da utilizzare a proprio vantaggio seppure in maniera limitata. Livelli in 2D con elementi a 3 dimensioni e ben 2 differenti boss da affrontare, di cui uno secondario situato nel bel mezzo dello strage e uno principale collocato nel classico scenario limitato ma privo delle tendine vecchia scuola.
Sconfitto il boss ci si ritrova nel laboratorio dove oltre a poter selezionare un nuovo stage, è possibile affrontare delle sfide, dialogare con gli altri personaggi e accedere a contenuti extra sbloccabili nel corso della trama.
Morire in Mighty No.9 è all’ordine del giorno, nonostante la presenza di numerosi checkpoint, esaurite le sole 3 vite a disposizione ci si ritrova a dover ricominciare il livello da capo. Assorbendo i nemici è possibile ottenere potenziamenti momentanei e di breve durata come l’incremento della velocità di movimento o della potenza di fuoco.
La delusione di un mito
I cali di frame e il comparto grafico al di sotto delle aspettative rendono Mighty No.9 uno dei peggiori platform degli ultimi tempi, realizzato con l’Unreal Engine 3, il quale mostra in azione alcune limitazioni o incapacità degli sviluppatori, tra cui la presenza dei contorni dei personaggi quasi a voler rimarcare il fatto che siano posizionati sullo scenario e non siano parte dello stesso.
Un titolo che merita l’acquisto su console portatile, sopratutto se provenite da Mega-Man ma che non ha niente a che vedere con il padre spirituale e con la nextgen.Un platform limitato quanto deludente che lascia spazio solo alla difficoltà cosi frustrante da invogliare il giocatore a scagliare il controller fuori la finestra. Da una modalità storia banale e scontata ad un gameplay ripetitivo quanto monotono e lineare.