Recensione Hard Reset Redux

Catapultati in uno scenario futuristico popolato da robot, armi tecnologiche e veicoli spaziali, vestiamo i panni del maggiore Fletcher, un mercenario alla Terminator pronto a distruggere ogni cosa capiti a tiro grazie al suo potente arsenale, parliamo di Hard Reset Redux, disponibile anche su console nextgen e di cui vi parleremo oggi.

Hard Reset Redux

Hasta la vista Baby!

Fletcher è l’ultimo difensore del bastione umano dell’assalto delle macchine ribelli. La narrazione avviene attraverso delle cut-scene simile ad un fumetto dai tratti acquarellosi decisamente marcati, le quali consentono di seguire le vicende in maniera non troppo complessa, nascondendo di tanto in intanto qualche colpo di scena a dimostrazione di come lo stile funziona per la narrazione.

I ragazzi di Flying Hoag Studios sono stati in grado di proporre il medesimo gameplay visto su PC anni fa anche su console di nuova generazione, uno sparatutto in prima persona frenetico che ricorda per alcuni versi seppur non troppi il celebre DOOM. A disposizione abbiamo un potente arsenale pronto a devastare ROBOT e l’ambiente circostante, seminando caos e distruzione, da un potente mitragliatore ad un cannone al plasma (qualcuno ha detto Man in Black?), senza escludere l’arsenale sbloccabile con i punti ottenuti in gioco.

 

Hard Reset Redux gameplay

Dejavù futuristico

Non è possibile chinarsi ma il team non ha escluso la possibilità di saltare, tramite una bussola è possibile conoscere l’obiettivo da raggiungere, perdersi in Hard Reset Redux è praticamente impossibile. Il gioco lascia spazio alla configurazione per i giocatori più esigenti, proponendo la possibilità di modificare i parametri tramite le impostazioni dello stesso. L’ambientazione cupa e in alcuni tratti claustrofobica fa da contorno all’ambientazione futuristica proposta, catapultandoci a centinaia di anni di distanza dall’attuale epoca, ponendoci di fronte ad uno scenario dove la tecnologia regna sovrana.

Purtroppo a volte non è oro ciò che luccica, la ripetitività nonchè monotonia del gioco a volte è cosi marcata da dare per scontato la presenza di nemici o di azioni da compiere, scenari simili tra loro con la stessa o quasi collocazione degli elementi come casse esplosive, interruttori, campi di forza ecc. I nemici ci attaccano a ondate costringendoci a fare un robocidio per poter proseguire alla zona successiva, utilizzando magari anche gli oggetti nello scenario a proprio vantaggio.

Hard Reset Redux gameplay

Non ci siamo!

Il comparto audio è un’altro calcio nel sedere o un pugno nell’occhio come si suol dire, una colonna sonora terribilmente piatta che non lascia spazio all’immaginazione, coinvolgendo il giocatore solo durante le sparatorie con un ritmo più lento del previsto rispetto alla frenesia del gameplay. Il ritmo musicale è lineare fino alla fine dei combattimenti, con un motivetto in grado di insidiarsi nella testa del giocatore.

Uno sparatutto che merita di essere giocato nel tempo libero ma che non riesce a guadagnare un posto per la seconda o terza run. L’assenza di un comparto multi giocatore non aiuta di certo, invitandoci ad abbandonare il titolo dopo aver completato l’avventura.