Max Curse of the Brotherood: Recensione, Trailer e Gameplay

Dopo il lancio su Xbox One, Xbox 360, PC e PS4, Max Curse of the Brotherood arriva anche su Nintendo Switch, ed oggi vogliamo condividere con voi la nostra RecensionePrima di proseguire nella lettura, vi invitiamo ad unirvi alla nostra community su Discord

Max Curse of the Brotherood Recensione

Max: The Curse of Brotherhood può essere considerato un vero e proprio reboot per la serie, al punto tale che non vi sono legami con Max and the Magic Marker, nonostante il gameplay sia grossomodo lo stesso. 

Nel gioco vestiamo appunto i panni di Max, dotato di un pennarellone che gli permette di interagire con il mondo di gioco, disegnando elementi per superare gli ostacoli ambientali. L’avventura inizia quando Max apre per errore un portale verso una dimensione alternativa, il quale risucchia il suo povero fratello.

Senza indugiare Max si getta nel portale, ritrovandosi in un mondo incantato e popolato da strane creature.

 

Tra le ambientazioni non potevano di certo mancare foreste, paludi, castelli ed ogni altro elemento tipico di una fiaba, con un sistema di progressione ispirato al celebre Trine, dallo scorrimento bidimensionale alle meccaniche di gioco.

Oltre il pennarellone Max può ricorrere ad una sorta di evidenziatore, con il quale alterare il mondo di gioco a proprio vantaggio. Disegnando nello scenario con gli strumenti a disposizione, è possibile far comparire delle piattaforme che possono essere utilizzate per attraversare burroni o raggiungere luoghi sopraelevati.

Con il progredire della trama si ottengono nuovi poteri con i quali dare sfogo alla propria creatività, allo scopo di superare i tanti enigmi ambientali proposti.

 

Il titolo si suddivide in 7 capitoli, ognuno focalizzato su un elemento differente, dall’acqua al fuoco, mutando allo stesso tempo la natura delle colonne create con il pennarello, il quale dispone di una quantità di inchiostro limitato.

Pochi e semplici tasti a disposizione, con lo stick sinistro si muove Max, con il tasto A si salta o interagisce con l’ambiente mentre con il dorsale destro si utilizza il pennarello, con la possibilità di disegnare ricorrendo al touch della console.

L’idea di base e le atmosfere presenti nel titolo richiamano per certi versi il celebre Heart of Darkness uscito verso la fine degli anni 90.

 

10 ore circa il tempo impiegato per portare a termine l’avventura con la possibilità di rigiocare i livelli per recuperare gli oggetti nascosti. 

Come per le controparti, anche l’edizione Switch si comporta egregiamente sia in mobile che sul grande schermo, con un comparto grafico dettagliato ed animazioni curate, soggette raramente a dei lievi cali di frame rate, nulla che non rovini l’esperienza proposta.

Ottimo anche il doppiaggio e la colonna sonora con sottotitoli in lingua italiana.  Max Curse of the Brotherood può essere considerato a tutti gli effetti un platform 2D, dove per l’intera avventura ci ritroviamo a saltare di piattaforma in piattaforma ed evitare i tanti pericoli che popolano i mondi di gioco.

Max Curse of the Brotherood Gameplay Trailer