Dopo il successo ottenuto dalla campagna su Kickstarter, per la raccolta dei fondi necessari al suo sviluppo, InnerSpace è approdato su PC e console, ed oggi vogliamo condividere con voi la nostra Recensione.
Inner Space Recensione
InnerSpace narra la storia di un’antica civiltà, in grado di sfruttare una sorta di energia mistica, allo scopo di costruire droni e macchinari. Con l’arrivo dei Semidei, l’universo cadde in rovina, toccherà a noi riportarlo al massimo splendore.
Nel corso dell’avventura veniamo accompagnati da un sottomarino detto l’Archeologo, il quale dopo averci riportato in vita in una forma rudimentale chiamata Cartografo, composto da ali sottili ed un’elica posteriore, ci affida un’importante missione.
Scambiate quattro chiacchiere con l’Archeologo, ed aver famigliarizzato con i comandi di gioco, ci ritroviamo a raccogliere frammenti di Vento e antiche reliquie, allo scopo di migliorare il nostro equipaggiamento, consentendoci di avanzare, superando le varie barriere presenti.
Il comparto grafico del gioco ci pone di fronte a scenari dipinti a mano, caverne, oceani e montagne rocciose, il tutto racchiuso in uno scenario dalle dimensioni ridotte, come fossimo in una sfera. Inizialmente non potremo esplorare gli abissi, ma con la raccolta delle reliquie e il miglioramento del Cartografo, beneficeremo di abilità e gadget aggiuntivi.
InnerSpace ci porterà per tutta la durata dell’avventura, ad esplorare oceani e cieli alla ricerca dei frammenti di vetro e reliquie varie, mutando continuamente la forma e imbattendosi nelle varie creature che popolano questo magico e misterioso mondo.
Spesso capiterà di perdersi negli ambienti di gioco, cercando di capire quale sia la giusta via da percorrere per avanzare, sopratutto a causa di un sistema di controllo tutt’altro che padroneggiabile. Il Cartografo può compiere svariate azioni sia in cielo che in acqua, modificare la sua traiettoria velocemente usando gli stick analogici e molto altro.
In qualsiasi momento, è possibile consultare il sottomarino, sia per consegnare reliquie in grado di migliorare il proprio equipaggiamento, che porgli delle domande allo scopo di scoprire l’obiettivo da portare a termine.
Sparsi per lo scenario, vi sono dei checkpoint luminosi, presso i quali è possibile arrestare la propria avanzata, allo scopo di indirizzare il Cartografo verso un’obiettivo ben preciso. Nessuna barra vitale a disposizione o abilità particolari, urtando le rocce o gli ostacoli, udremo in sottofondo un suono metallico, accompagnato da un breve abbaglio luminoso e nulla più.
Inutile negarvi che il senso di confusione appare fin da subito evidente. Abituarsi al mondo di gioco ideato dal team messicano è tutt’altro che semplice, ma non possiamo di certo negare l’originalità dello stesso, sia in storia che grafica e sonoro.