El Shaddai: Ascension of the Metatron – Recensione, Gameplay Trailer e Screenshot

A distanza di oltre 10 anni, El Shaddai: Ascension of the Metatron arriva su PC, dopo la pubblicazione per Xbox 360 e PS3, ed oggi vogliamo condividere con voi la nostra Recensione. Come è invecchiato l’action di Konami? Scopritelo con noi a seguire.

El Shaddai: Ascension of the Metatron – Recensione

El Shaddai narra la storia di Enoch, essendo basata sul testo apocrifo di tradizione giudaica della Bibbia, il cui titolo proviene dal nome di Dio nella lingua ebraica. Enoch è un monaco, scriba e guerriero, il quale riceve la missione dal creatore di trovare e riportare nel regno dei cieli i sette angeli ribelli che hanno scatenato l’inferno sulla terra, influendo sul genere umano. La missione del protagonista va completata in un certo lasso di tempo per evitare la distruzione dell’umanità con un diluvio universale. Nel corso dell’avventura verrete accompagnati da angeli come Raffaele, Uriel, Gabriele, Michele e Luciel, quest’ultimo vestito in giacca e cravatta, nel ruolo di guida e pronto a salvare i vostri progressi. Come anticipato El Shaddai è un action e come tale dovrete sconfiggere nemici di ogni sorta, il cui aspetto è un mix tra angeli e demoni giapponesi, utilizzando le armi ed abilità a disposizione, con un sistema di combattimento frenetico, tipico di capolavori come Devil May Cry e Bayonetta.

Enoch potrà contare non solo sulle proprie armi ma anche su quelle degli avversari, con tanto di armature che potranno essere rubate agli stessi una volta storditi e purificate, al fine di evitare gli effetti di corruzione scatenati dal Male. El Shaddai vi porterà ad esplorare regni surreali di ogni sorta, in un mix tra scenari 3D e sessioni platform in 2D a scorrimento, come i vecchi giochi della serie Castlevania. Avrete a disposizione solo una manciata di tasti per saltare, parare, attaccare e compiere combo di ogni sorta, concatenando gli attacchi e strumenti in dotazione. Tra le armi che impugnerete vi sono una lama energetica, un cerchio in grado di scagliare dei proiettili contro i nemici ed altri ancora, i quali come detto potranno essere recuperati dai nemici sconfitti ed utilizzati a proprio vantaggio. Inizialmente avanzerete premendo tasti a caso, al fine di sconfiggere tutti i nemici presenti in zona, a storia inoltrata vi renderete conto che questo tipo di approccio non è l’ideale, sopratutto durante lo scontro con i boss, al punto che inizierete a studiare una strategia colpendo e difendendovi con il giusto tempismo.

Purtroppo il titolo si porta dietro alcune problematiche che aveva 10 anni fa, in un periodo in cui non riuscì a conquistare l’attenzione della massa a causa del lancio di altri capolavori, che hanno surclassato El Shaddai, al punto che è stato dimenticato, almeno fino ad oggi. Non è presente la possibilità di bloccare la visuale sui nemici, il che non è il massimo quando ci si ritrova a combattere con numerosi avversari, la camera statica non aiuta di certo nei combattimenti, impedendo a volte di avere una chiara visione di ciò che circonda il protagonista e la ripetitvità la fa da padrone, con sessioni in cui bisogna sconfiggere i nemici e avanzare saltando di piattaforma in piattaforma, come foste all’interno di una torre a piani piuttosto che un mondo liberamente da esplorare. Inutile dire che la mancanza di veri e propri collezionabili porta il giocatore ad abbandonare il titolo dopo aver raggiunto la sua conclusione, la quale avviene in circa 7 ore di gioco. L’assenza di sbloccabili in grado di alimentare la rigiocabilità si fa notare fin da subito, da elogiare invece la difficoltà che seppur sia difficile non è frustrante, ponderata in modo da dare un senso di gratificazione a coloro che raggiungeranno i titoli di coda.

El Shaddai sfoggia un comparto grafico unico nel suo genere, certo, utilizza la nota tecnica del cel-shading, conferendo a personaggi e ambientaioni un’aspetto animesco, nonostante nemici e lo stesso protagonista siano più in rilievo rispetto i fondali. La versione PC presenta alcune migliorie in resa grafica e tecnica, con cali di frame rate quasi del tutto assenti, senza comunque rovinare l’esperienza di gioco, e caricamenti piuttosto rapidi da permettere al giocatore di cimentarsi a capofitto nell’azione in poco tempo a seguito del gameover. Gli angeli che accompagnano Enoch nel corso dell’avventura aiutano lo stesso quando è in difficoltà, conferendo bonus passivi ed attivi di vario tipo, rigenerando la salute e non solo. A tal proposito non vi è alcun Hud su schermo, il senso di immersione è totale, ciò dunque vi impedirà di capire quando il protagonista sta per lasciarci le penne e quando invece dispone di ottima salute, nessun radar o mappa per orientarvi, nessuna statistica per le armi o inventario e consumabili, El Shaddai è un action immediato e semplice da padroneggiare.

Un titolo invecchiato piuttosto male, che nonostante si lascia piacevolmente giocare per la sua originalità, è più rivolto ai nuovi giocatori che non ebbero occasione di provarlo all’epoca piuttosto che a chi gli offri attenzioni ed una possibilità 10 anni fa. Un action unico nel suo genere ma che non fa urlare al capolavoro, indubbiamente da giocare in un periodo in cui le uscite sono piuttosto carenti.

El Shaddai: Ascension of the Metatron – Gameplay Trailer