La Quimera è uno sparatutto in prima persona sviluppato da Reburn, un team composto da ex sviluppatori di 4A Games, noti per aver dato vita alla serie Metro. Con questo titolo indipendente, il team ha cercato di costruire un’esperienza narrativa ambientata in una versione distopica dell’America Latina del 2064. Purtroppo, nonostante alcune intuizioni brillanti e un mondo affascinante, il gioco si arena su limiti strutturali evidenti.
Un mondo affascinante ma sottosviluppato
La trama si dipana in un futuro in cui il mondo è stato spezzato da catastrofi ambientali e guerre geopolitiche, lasciando spazio alla nascita di micro-nazioni che si affidano a compagnie militari private per sopravvivere. Il protagonista è un mercenario assoldato per missioni in zone altamente pericolose, combattendo tra fazioni rivali e verità nascoste.
La costruzione dell’universo narrativo è visivamente intrigante. Le ambientazioni mescolano elementi cyberpunk a paesaggi tropicali e aree rurali militarizzate, offrendo un’estetica fresca e lontana dagli stereotipi occidentali più comuni. Tuttavia, questa ambientazione viene sfruttata solo in superficie: la trama si muove rapidamente senza mai approfondire i temi sociopolitici suggeriti, lasciando il giocatore con la sensazione di trovarsi in un mondo interessante ma privo di sostanza.
Gameplay tra varietà e superficialità
Sul fronte del gameplay, La Quimera offre un’esperienza classica di sparatutto con alcuni elementi moderni. Le armi, ben disegnate e con un buon feedback, spaziano da fucili d’assalto realistici ad armi futuristiche, e il giocatore può anche equipaggiare un esoscheletro con potenziamenti specifici. Le abilità speciali, come la visione termica o i colpi potenziati, aggiungono varietà, ma vengono introdotte in modo troppo rapido e poco approfondito.
Il gioco è interamente giocabile in solitaria, ma è presente anche una modalità cooperativa online per un massimo di tre giocatori. Questa feature aggiunge un valore al pacchetto, ma è minata dalla brevità dell’avventura principale, che può essere completata in circa due ore. La cooperativa, pur funzionando tecnicamente, risulta poco più che una variante del gioco base, senza contenuti dedicati.
Problemi tecnici e limiti produttivi
La realizzazione tecnica è un altro tasto dolente. Sebbene il comparto grafico sia generalmente buono, con un uso efficace dell’illuminazione e dei colori, la direzione artistica non basta a nascondere animazioni legnose, modelli poco rifiniti e texture che talvolta sembrano appartenere a una generazione passata.
Il doppiaggio in inglese è particolarmente debole: le interpretazioni risultano piatte e spesso dissonanti rispetto al tono della scena. Anche la scrittura dei dialoghi lascia a desiderare, alternando frasi stereotipate a sequenze prive di mordente. La colonna sonora, invece, riesce in parte a elevare l’atmosfera, con brani elettronici ben integrati nelle ambientazioni.
La Quimera è un gioco che suscita curiosità per il suo contesto originale e alcune scelte coraggiose, ma che non riesce a sostenere le proprie ambizioni. Con più tempo di sviluppo e un budget maggiore, avrebbe potuto diventare un interessante outsider nel panorama degli FPS narrativi. Così com’è, rimane una proposta affascinante ma incompleta, consigliata solo agli appassionati del genere disposti a tollerare difetti evidenti in cambio di un’esperienza fuori dagli schemi.