Dopo tre decenni di silenzio e ricordi, Simon the Sorcerer torna a incantare gli schermi con un prequel che fonde nostalgia e innovazione. Simon the Sorcerer Origins non è una semplice operazione nostalgia, ma una reinterpretazione raffinata di una saga che ha segnato gli anni ’90, riportando in vita il fascino del punta e clicca con una veste moderna, curata e completamente disegnata a mano.
L’avventura ci riporta indietro nel tempo, alle origini del giovane Simon, un ragazzo sarcastico e ribelle trascinato in un mondo magico dominato da maghi eccentrici, creature assurde e profezie dimenticate. È un viaggio che anticipa di poco gli eventi del primo capitolo, ma che riesce a offrire una prospettiva nuova e più umana sul protagonista, mostrando un eroe in costruzione, diviso tra ironia e responsabilità. La narrazione alterna toni comici e momenti più riflessivi, affrontando temi come la crescita personale, il rapporto con la famiglia e la ricerca del proprio destino.
Sul piano del gameplay, Simon the Sorcerer Origins rimane fedele alle meccaniche classiche del punta e clicca, ma con un approccio più fluido e intuitivo. Gli enigmi sono intelligenti e ben bilanciati, capaci di stimolare senza mai frustrante il giocatore. Le combinazioni di oggetti, gli esperimenti alchemici e gli incantesimi da scoprire arricchiscono il ritmo dell’avventura, creando una sensazione costante di scoperta. L’umorismo rimane l’ingrediente principale: ogni dialogo è intriso di sarcasmo tagliente, battute metanarrative e un’ironia che colpisce tanto i cliché fantasy quanto quelli del videogioco stesso.

Dal punto di vista estetico, il titolo è una gioia per gli occhi. Gli scenari dall’Accademia della Magia alle paludi infestate sono realizzati con uno stile artistico disegnato a mano che ricorda i classici LucasArts, ma con una resa moderna fatta di animazioni fluide, palette calde e una direzione artistica che restituisce pienamente la magia del mondo di Simon. Ogni ambiente trasuda cura e personalità, e il lavoro visivo contribuisce a rendere viva l’atmosfera surreale che da sempre contraddistingue la serie.
La scrittura è uno dei punti di forza maggiori: dietro la comicità spensierata si nasconde una trama sincera e sorprendentemente emotiva, che riesce a intrecciare leggerezza e introspezione. Il rapporto di Simon con la madre, il tema del trasloco e la scoperta del proprio potere magico aggiungono profondità narrativa a un personaggio che, per quanto buffo e arrogante, mostra un lato più vulnerabile e realistico.

Simon the Sorcerer Origins è dunque un ritorno perfettamente riuscito: rispetta le radici della saga, ma osa aggiornare la formula con gusto, tecnica e intelligenza. È una lettera d’amore al punta e clicca che riesce a far ridere, pensare e meravigliare, restituendo dignità a un genere troppo spesso dimenticato.
Un’esperienza consigliata sia ai nostalgici che ai nuovi giocatori, capace di ricordarci che la vera magia dei videogiochi sta nel racconto, nell’ironia e nell’immaginazione. Simon è tornato, e il suo mondo non è mai stato così brillante.