Recensione SUPERHOT

Quest’oggi vogliamo parlarvi di un gioco che sicuramente avrete avuto modo di testare su STEAM mesi addietro, previsto entro la prossima settimana anche su console, ci stiamo riferendo a SUPERHOT.

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SUPERHOT: Proiettili temporali

Al primo avvio veniamo catapultati in una sorta di DEJAVU, uno schermo in stile DOS con un FPS fuori dagli schemi, in cui il tempo gioca un ruolo chiave. Inquadratura di un bianco accecante contraddistinta dal colore rossastro dei proiettili e dei nemici sa di Mirror’s Edge. Nella mano destra abbiamo una pistola che poco prima ha sparato dei colpi, il tutto poligonamente modellato è sospeso nel tempo, il quale muta il suo corso basandosi sui nostri movimenti.

Lo scopo del gioco è quello di uscire indenni da spiacevoli situazioni, nelle quali bisognerà pensare dettagliatamente prima di agire. In ogni situazione ci troviamo sospesi nel tempo, in un limbo in cui ogni nostra scelta porta una conseguenza. Il primo approccio è decisivo per capire di trovarsi di fronte a tutt’altro che un banale FPS. Grazie alla quasi totale assenza di caricamenti, provare e riprovare un livello è all’ordine del giorno, alla minima distrazione o errore di calcolo ci troveremo un proiettile con il nostro nome inciso su pronto a portarci al creatore.

 

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Sparatorie frenetiche ma non troppo

Le armi si scaricano rapidamente e non vi è modo di conoscere il numero di proiettili presenti nel caricatore, l’unico modo per uscire indenni dai confronti letali con i nemici, è di studiare accuratamente gli scenari al fine di attuare la migliore strategia, tenendo conto anche di possibili agguati e nemici dietro l’angolo pronti a farci a fette con delle lunghe katane o riempirci di colpi come fossimo una groviera.

Nonostante gli scontri siano frenetici in quella poca frazione di tempo a disposizione, la longevità degli stessi è più lunga del tempo richiesto per esclamare addio. Ogni livello inizia con il tempo sospeso, spetta a noi stabilire quando aprire le danze e iniziare le sparatorie, cercando di muoversi con il giusto tempismo per eliminare ogni nemico presente nello scenario, evitando di morire tra atroci sofferenze.

 

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Scontri poligonali

In SUPERHOT le armi da fuoco non sono le uniche a disposizione per affrontare i combattimenti, in alcuni livelli ci ritroveremo a mani nude a suonarle di santa ragione ai malcapitati di turno, mandandoli in frantumi come fossero di cristallo. Spade, armi da fuoco e chi più ne ha più ne metta, in scenari a volte di grandi dimensione, dando l’impressione di poterli esplorare alla ricerca di collezionabili, ma racchiudendo il tutto in banali seppur divertenti scontri.

Ogni stage della durata di pochi minuti viene accompagnato dall’incessante e persistente nome del titolo, il quale risuona nella nostra mente di continuo tra uno scontro e una manipolazione temporale, quasi a voler ricalcare di trovarci in un’esperienza virtuale nell’esperienza, una sorta di gioco nel gioco.

Conclusioni

Se siete alla ricerca di un FPS fuori dagli schermi e il comparto grafico alla Mirror’s Edge ha conquistato i vostri cuori, allora SUPERHOT è indubbiamente il titolo che fa al caso vostro, anche se impiegherete del tempo per abituarvi al sistema di gioco inedito e coinvolgente che il team di sviluppo ha ideato.