[Recensione] Submerged

Una città sommersa, un bambino in fin di vita e una giovane fanciulla in cerca di aiuto, questa è la storia di Submerged, l’ultima fatica del team Uppercut Games.

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Submerged: Una Venezia post-apocalittica

Nel gioco vestiamo i panni di Miku, una giovane ragazza che a bordo di una barca giungerà ad una metropoli sommersa e logorata in compagnia del fratellino Taku con una grave ferita all’addome. Il gioco inizia con Miku che adagia suo fratello su una panca di pietra e parte alla ricerca di medicinali e strumenti per curarlo. Dopo questa breve animazione il controllo di Miku passa al giocatore con una visuale in terza persona, si tratta di un’avventura esplorativa in cui la narrazione la fa da padrone, se avete giocato a Dear Esther, Gone Home o Home is Where One Starts potete farvi un’idea.

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Submerged si divide in esplorazione in barca, sulla terra ferma e in lontananza attraverso il cannocchiale. La città seppur maestosa non è totalmente esplorabile, per raggiungere gli altri edifici bisognerà utilizzare la barca a motore, ricevendo indicazioni durante il percorso. Gli sviluppatori per la gioia dei collezionisti hanno introdotto svariati elementi da trovare, dai potenziamenti per la barca a dipinti, da particolari animali acquatici a monumenti storici che raccontano in parte la storia della città e il suo passato triste e apocalittico. Nonostante il giocatore abbia piena libertà di girovagare per la città a bordo della nave, non è possibile esplorare ogni singolo edificio ma soltanto quelli contrassegnati da un alone nero con la scritta relativa al pulsante da premere per arrampicarsi. 10 sono i palazzi con i quali sarà possibile interagire e che al loro interno ospitano non solo collezionabili ma anche oggetti utili per le missioni.

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Terra in vista!

Non basterà una sola medicina per curare il fratello, difatti ogni qual volta porterete la cura a Taku, dovrete partire alla ricerca della successiva ma prima di farlo assisterete al sogno di Miku nella quale attraverso dei piccoli disegni vi verrà narrata la storia dei due e di come il bambino sia stato ferito o come i due siano giunti nella metropoli sommersa. Il cannocchiale riveste un ruolo chiave poichè oltre a permettere di scrutare l’orizzonte alla ricerca di collezionabili, offre la possibilità anche di marcare sulla mappa gli elementi chiave.  Per completare Submerged avrete bisogno di 3 ore libere del vostro tempo, il tutto ruota attorno all’esplorazione e alla narrativa, cercare le medicine per salvare il fratello senza alcun enigma da risolvere o nemici con i quali confrontarsi, un rilassante giro in barca tra i palazzi di una Venezia abbandonata. Tramite una modalità fotografica è possibile immortalare il paesaggio al fine di ritrovarsi delle foto da poter visualizzare in qualsiasi momento per il gusto di dire “wow, sono un vero fotografo”.

 

Quando la narrativa non basta

Se pensiate che la longevità, l’assenza di una qualsiasi difficoltà o presenza di enigmi siano i punti deboli di Submerged, ci dispiace deludervi ma purtroppo anche dal punto di vista tecnico il gioco presenta delle carenze, da un aliasing accentuato ai cali di frame mostruosi al punto da spingere il giocatore a riavviare la console.  Ambientazioni belle da vedere ma poco ottimizzate che rendono il gioco scattoso e a volte ingiocabile. Un gioco che punta sulla narrativa, proponendo un gameplay monotono e ripetitivo nella quale uno sbadiglio tra un giro in marca e un’arrampicata è all’ordine del giorno.

Conclusione

Ho avuto modo di provare la versione XBOX ONE del gioco restando assai deluso rispetto al montatura che il team ha realizzato attorno a Submerged in occasione del suo annuncio avvenuto durante l’E3 2015. Un gioco noioso e ripetitivo, ricco di problemi tecnici con una longevità scadente ed una narrativa scontata quanto blanda, venduto ad un costo decisamente troppo alto per la qualità dello stesso.