[Recensione] Project zero: Maiden of blackwater

Molti anni fa si pensava che fotografando una persona le si rubava l’anima, convinzione che ha portato gli sviluppatori di una delle saghe Horror più amate dai videogiocatori a dare vita a Project Zero. In Project Zero noto in Giappone come Fatal Frame, muniti di una macchina fotografica chiamata Camera Obscura, dovremo intrappolare i fantasmi rubandone la forza vitale.

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Project zero – Maiden of blackwater : La paura arriva su WiiU

 

In Maiden of Blackwater vestiamo i panni di Yuri , Miu e Ren, che si troveranno nel bel mezzo di una storia intrecciata tra riti, maledizioni e leggende metropolitane, legate al monte Hikami, un tempo noto per essere il luogo del suicidio. Spiriti vendicativi, poteri paranormali e scarejump, il nuovo Project Zero ha tutte le carte in regola per tenervi saldamente incollati alla sedia per l’intera longevità che si attesta sulle 12 ore circa. Con la pressione del tasto X si attiva la modalità Camera Obscura, attraverso il GamePad è possibile guardarsi attorno alla ricerca di oggetti chiave, indizi e ovviamente fantasmi pronti per essere catturati.

Le medesime immagini mostrate nel controller vengono visualizzate anche sul grande schermo con la differenza che sul Gamepad sono presenti elementi che serviranno per capire i danni inflitti ai fantasmi ad ogni singolo scatto. Ogni qual volta premeremo il pulsante per scattare una foto, i fantasmi verranno danneggiati e diverranno sempre più facili da sconfiggere, sopratutto se si inquadreranno contemporaneamente i diversi punti deboli.

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Seguendo la luce svelando il mistero

A differenza del passato, la macchina fotografica permette scatti multipli, inquadrature in posizioni verticali ed orizzontali con controlli del Gamepad ottimizzati come fosse una vera macchinetta. Altra novità introdotta riguarda la possibilità di visualizzare i movimenti delle ombre dei fantasmi tramite la pressione del grilletto destro, in alcune occasioni compariranno sullo schermo delle figure che mostreranno al giocatore la strada da percorrere. Attraverso la Camera Obscura è possibile portare dal mondo dei fantasmi alla realtà gli oggetti fotografati. Ultima ma di certo non meno importante novità troviamo la vulnerabilità dei personaggi nel caso in cui siano bagnati, difatti è presente un’indicatore che mostra lo stato e maggiore sarà l’acqua assorbita, più danni si subiranno.

Per asciugare i protagonisti è possibile ricorrere ad alcuni oggetti che possono essere raccolti nel corso dell’avventura. Maidens of the Black Water sfoggia un sistema di controllo innovativo con alcune meccaniche che ricordano i vecchi capitoli della serie con la velocità del personaggio principale cosi lenta che spesso scatterà il panico di essere presi da uno dei tanti fantasmi presenti nel gioco. Purtroppo uno dei lati negativi risiede nel comparto grafico, spesso datato con texture di bassa qualità e modelli poligonali che non sono all’altezza della nuova generazione, cosa che non è possibile affermare per la colonna sonora terrificante e per il character design realizzato con estrema cura, peccato l’assenza del doppiaggio nipponico.

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Conclusione e Impressioni

Project Zero: Maidens of the Black Water vi terrà incollati allo schermo tra uno spavento e un mistero irrisolto, un titolo in grado di destare l’interesse sia dei fans della serie che di coloro che non hanno mai avuto occasione di mettere le mani sul franchise. Un capolavoro che merita l’acquisto sotto ogni punto di vista.