Recensione DEADLIGHT: DIRECTOR’S CUT

Uscito nel 2012 tra i Summer Arcade su Xbox360, Deadlight conquistò fin da subito gli appassionati del genere survival horror, nonostante si trattasse di un side scrolling platform misto al genere puzzle. Quest’oggi, a distanza di 4 anni, torna su console di nuova generazione con una Director’s Cut di cui vogliamo proporvi la Recensione.

DEADLIGHT DIRECTOR'S CUT

Apocalisse in 2D

Anno 1986, il mondo sta giungendo alla fine in seguito alo scoppio di una strana epidemia che ha contagiato la popolazione umana, trasformandola in orribili creature. Per combattere la nuova minaccia il giocatore veste i panni di Randall Wayne, uno sceriffo superstite alla ricerca di sua moglie e sua figlia perdute nell’inferno in terra. Il gioco si ispira per certi versi alla serie The Walking Dead, con una struttura bidimensionale tipica degli indie, in cui per sopravvivere è possibile ricorrere ad ogni tipo di arma, dal fucile a canne mozze all’accetta.

Gli infetti possono essere uccisi solo decapitandoli per cui le armi da fuoco possono essere utilizzate solo ad atterrarli per poi finirli con l’accetta. La stamina del personaggio si esaurisce notevolmente sia per una breve corsa che rimanendo appesi ad una sporgenza, perdendo energie lo schermo muta distorcendosi e rendendo meno visibile la scena, incrementando la difficoltà della sopravvivenza.

deadlight

L’arte della sopravvivenza

Nel corso del gioco è possibile recuperare dei medikit e potenziamenti per incrementare la salute e la stamina del protagonista. In alcuni momenti ci si ritrova a dover attirare l’attenzione degli infetti per proseguire, fischiettando o attivando degli antifurti, in altri a fuggire dalla massa come fossimo dei runner professionisti. A differenza della versione originale, la Director’s Cut prolunga di poco la longevità aggiungendo quegli elementi eliminati durante lo sviluppo, portando il giocatore a completare l’avventura in sole 3 ore.

A prolungare ulteriormente la longevità vi sono i collezionabili da individuare, pagine del diario privato di Randall e minigiochi vecchia scuola. Terminati i soli 3 atti è possibile affrontare nuovamente la storia in modalità Incubo in cui i Checkpoit sono solo un ricordo, premiando i coraggiosi che decideranno di affrontare l’avventura ad una tale difficoltà con un finale alternativo.

deadlight gameplay

Pianificare la sopravvivenza

La vera novità risiede nella presenza della modalità Survival in cui bisogna sopravvivere a delle ondate, eliminando il maggior numero di infetti, i quali sono in grado di distruggere le difese preinstallate precedentemente, qui entra in gioco la pianificazione. Nulla da ridire per il comparto grafico “impeccabile” con la giusta illuminazione per ogni singolo scenario ed una risoluzione di ben 1080p.

Altra differenza rispetto l’edizione del 2012 risiede nella presenza di animazioni più curate e fluide oltre a dei colori più vivi, ed una colonna sonora rimasterizzata per sposarsi alla perfezione con l’ambientazione cupa che gli sviluppatori hanno ideato.