Dead Island ha totalmente stravolto il genere Zombie su console con il suo free roaming, sistema di crafting avanzato e la possibilità di utilizzare ogni cosa ci capiti a tiro come arma, ispirando titoli come Dying Light. A distanza di anni dall’uscita dei primi capitoli, Deep Silver ci riprova proponendoli in versione rimasterizzata su Nextgen e noi di Gamerbrain non ci siamo di certo lasciati sfuggire l’occasione di provarli e recensirli per voi.
Una spiaggia rosso sangue
Inserito il disco nella Xbox One ci è stato richiesto di scaricare e installare 3 differenti Dead Island, si avete capito bene, il primo capitolo che ha dato inizio alla saga, il Riptide e un nuovo titolo pensato per gli appassionati del genere Arcade vecchia scuola e intitolato Retro Revenge di cui parleremo più avanti. Dead Island porta il giocatore su una spiaggia apparentemente tranquilla dove vodka e belle ragazze si sprecano, una spiaggia limpida e soleggiata, ma i sogni possono trasformarsi in incubi senza il minimo preavviso.
Un party andato male si trasformerà in un vero e proprio inferno popolando la spiaggia caraibica di non morti pronti a lacerare e trangugiare carne umana, infettando i pochi esseri umani sopravvissuti. Al primo avvio ci viene richiesto di selezionare uno tra i personaggi disponibili il che ricorda molto Left4Dead, ognuno di essi con abilità e potenzialità ben specifiche, esperti con armi da mischia o da fuoco. Ogni protagonista dispone di un albero di abilità pronto per essere sbloccato e migliorato al fine di rendere l’eroe più forte, resistente e veloce.
Dead Island reinventa il genere Zombie introducendo elementi tipici di un gioco di ruolo, dalla possibilità di incrementare il livello ottenendo esperienza in gioco, allo sblocco di numerose abilità e potenziamenti, il tutto correlato da una mappa esplorabile in lungo e in largo ricca di segreti da svelare e zombie da trucidare.
L’isola delle quest
Dead Island non si focalizza solo sulla modalità Storia fulcro principale del gioco stesso ma propone una lunga serie di attività secondarie atte a incrementare notevolmente la longevità, missioni che seppur non obbligatorie sono di vitale importanza al fine di ottenere ricompense speciali ed extra indispensabili per proseguire, oltre una mola di punti esperienza da sfruttare per ottenere i potenziamenti o abilità tanto ambiti.
Girovagando per l’isola capita spesso di imbattersi in sopravvissuti in cerca di aiuto, le richieste variano dalla difesa degli stessi al recupero di materiali e risorse per la sopravvivenza. La co-operativa a 4 giocatori offre la possibilità di completare l’intera storia con tutte le relative missioni con gli amici o perfetti sconosciuti tramite il sistema di inviti o matchmaking. Come per la modalità giocatore singolo, anche in co-operativa i giocatori hanno la possibilità di esplorare l’ambiente nonostante il comando sia gestito dall’host della partita.
Per spostarsi nella mappa di grandi dimensioni spesso bisogna ricorrere a dei mezzi di trasporto, molti di essi in grado di ospitare altri giocatori durante il tragitto, al fine di raggiungere la posizione prefissata nel minor tempo possibile e con la giusta scorta in caso di imboscate zombie.
Zombie in Nextgen
La versione rimasterizzata resta fedele al titolo originario apportando delle lievi ma evidenti migliorie al comparto grafico e sonoro del titolo, offrendoci degli scenari e degli elementi con un maggior numero di dettagli, nonostante il gameplay resti immutato, con le stesse meccaniche viste sulla scorsa generazione. L’occasione giusta per avventurarsi in questo horror game in vista del lancio futuro di Dead Island 2.
Nell’edizione Xbox One all’interno di un solo disco il team di sviluppo ha incluso i primi 2 titoli e un capitolo inedito, escludendo per qualche strana ragione l’Escape. Un remastered che non porta di certo una ventata di aria fresca se non fosse per il Retro Revenge ma che offre la possibilità di conoscere il franchise che ha dato origine al genere free roaming zombie misto al crafting e al genere RPG.
Zombie vecchia scuola
Per la prima volta nella saga il team di sviluppo ha deciso di offrire qualcosa di totalmente differente, nonostante con l’Escape abbiano intrapreso una strada diversa, proponendo un action adventure horror in terza persona con comparto grafico in cell shading, parliamo del Retro Revenge. Lo scopo del gioco è quello di completare i numerosi livelli in 2D trucidando i zombie presenti sul percorso ed evitando gli ostacoli.
A differenza dei primi 2 capitoli, Retro Revenge ci pone di fronte ad un picchiaduro a scorrimento 2D dove il protagonista corre per tutta la durata del livello, lasciando al giocatore solo la possibilità di uccidere gli zombie con l’arsenale a disposizione. Se in Dead Island e Riptide l’obiettivo è di fuggire dall’inferno in terra, in Revenge dovremo salvare l’animale domestico rapito durante il nostro RELAX.
Il gioco permette di abilitare la modalità CABINATO ARCADE per tutti coloro che sono cresciuti nelle salagiochi di fronte a monitor con l’effetto “rigato” e i suoni tipici dei gloriosi giochi Arcade, e sfoggia una modalità sopravvivenza nella quale bisogna resistere il più a lungo possibile.