Recensione Bound

Pochi giorni fa un nuovo capolavoro nonchè esclusiva è approdato su Playstation 4, ed oggi siamo qui per condividere con voi la nostra Recensione. Parliamo ovviamente di Bound, indie game nel quale vestiamo i panni di una ballerina in un mondo astratto.

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La ballerina del mondo cubesco

Bound narra le vicende di una principessa prossima erede al trono di un regno astratto in cui un grosso e pericoloso mostro semina terrore e distruzione e dove siamo chiamati a fermare la sua avanzata danzando. Il gioco si divide in realtà e fantasia, nella prima fase controlliamo una donna incinta su una spiaggia con un diario tra le mani, nelle cui pagine risiede la storia della ballerina, nella fantasia invece una fanciulla dal volto coperto.

Bound è una sorta di platform lineare con una durata che purtroppo si attesta sulle 2 ore circa, nel quale non vi sono enigmi da risolvere o nemici particolarmente ardui da sconfiggere, bisogna semplicemente proseguire livello dopo livello saltando ed evitando gli ostacoli danzando. L’assenza dell’esplorazione e di una sana dose di sfida rendono il titolo una fiaba interattiva nella quale viene raccontata una storia.

Bound

Geometria e danza classica

I movimenti della principessa sono leggeri come una ballerina di danza classica, con un semplice balzo si passa da una piattaforma all’altra, con dei passi di danza ci si libera dei nemici e perfino dei Boss che resteranno a guardare la fanciulla senza reagire, sconfiggendoli solo con la pressione prolungata del tasto R2. Frammenti volanti, tentacoli, mostri ed altro ancora di cui ci si può liberare molto facilmente al punto che gli sviluppatori hanno evitato di introdurre barre vitali per entrambi in quanto morire in Bound eccetto per le cadute è praticamente impossibile.

Il giocatore si trova in un mondo in cui la geometria la fa da padrone con scenari surreali e allo stesso tempo originali e accattivanti, in grado di coinvolgerci per tutta la durata del titolo con un comparto grafico degno di una esclusiva Playstation, peccato che il gameplay sia cosi ripetitivo e lineare da provocare degli sbadigli di tanto in tanto. Bound è uno di quei pochi giochi nati per affrontare dei temi che raramente vengono trattati in un videogioco.

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Fuga dalla realtà

Bound riesce a conquistare il giocatore per la sua Storia e per un comparto grafico originale, peccato che l’interattività sia ridotta all’essenziale, ritrovandoci molte volte di fronte a delle cutscene che non è possibile saltare. Un gioco che va giocato e rigiocato, completato e ricompletato per essere apprezzato e capito fino in fondo. La ballerina simboleggia la fuga dalla realtà e nonostante la ripetitività e la monotonia di un gameplay piatto e identico per l’intera durata, il gioco merita di essere completato, dopotutto parliamo di sole poche ore per il completamento senza alcun impegno.

Anche la colonna sonora cosi come gli effetti audio fanno la loro parte, sposandosi alla perfezione con gli scenari surreali che gli sviluppatori hanno preparato. Una di quelle esclusive che merita di avere un posto speciale nella libreria giochi e che ricorda per certi versi lo stile adottato seppure in parte da titoli come Beyond Eyes e The Unfinished Swan.