[Recensione] Prison Break: the Conspiracy

Una delle serie tv più amate di questi anni diventa un gioco: e la domanda a cui bisogna sempre rispondere sarà “era proprio necessario?”. Scopriamo i pro e i contro di questo controverso titolo

ecco l'alter-ego digitale di Michael Scoffield

E’ l’eterna domanda ad assilarci: può una serie tv di successo essere riadattata con altrettanto successo in un videogioco? Mettiamo subito in chiaro le cose: ho definito prima il videogioco controverso, nel senso che vedendo i pareri e i giudizi dalla rete ho riscontrato un certo gap con la mia personale opinione (sicuramente più positiva).

Ora la mia opinione risente sicuramente dell’amore che provo per questa splendida serie televisiva: però nonostante ciò c’è un “ma“, qualcosa non mi convince appieno. Innanzitutto si ha l’impressione che nel gioco la storia di Michael e Lincoln sia marginale: questo perché non si vedono quasi mai anche se è tutto incentrato sulla loro evasione.

Secondo me il primo errore è stato quello di non vestire i panni di uno dei due fratelli; noi, infatti, impersoniamo un agente della Compagnia che, almeno inizialmente, tenta in tutti i modi di ostacolare l’evasione.

Il nostro primario obiettivo è quello di assicurarsi che Lincoln finisca sulla sedia elettrica: bisogna operare dall’interno e perciò entriamo tra i detenuti del carcere di Fox River.

Nostro inseparabile “amico” all’interno sarà un registratore a cui Thomas Paxton (l’agente in incognito che interpretiamo) affiderà le sue riflessioni: non a caso ho parlato di amici, perché in un carcere di massima sicurezza non ci si può fidare di nessuno ma molte volte i veri delinquenti sono a piede libero (vedi il nostro datore di lavoro virtuale Mannix, a capo della Compagnia).

Prison Break: the Conspiracy segue passo per passo le principali vicende della prima stagione del serial: molte sequenze video sanno di già visto e questo a mio avviso è un secondo errore. Capisco che bisogna seguire il filo logico che lega i vari episodi però secondo me bisognava concentrarsi anche su vicende personali “minori” dei detenuti che magari non sono state trattate in tv: e inventarsi un personaggio come Paxton non risolve tutti i problemi.

Riguardo al gameplay c’è ovviamente tanto da dire: la struttura risulta essere alquanto semplice e lineare (terzo errore secondo me), ti viene detto quello che bisogna fare, segui la croce sulla mappa e ti rechi sul posto…non era meglio creare tante missioni dove si sceglieva quella di volta in volta da intraprendere, per intenderci in stile Gta?

Un altro mio consiglio (però questa struttura lineare a priori lo esclude) era quello di prevedere dei finali multipli in base alle scelte; ma soprattutto è evidente la mancanza di puzzle logici dato che non interpreteremo mai Michael.

Un altro limite evidente è l’ambientazione tutta incentrata sul carcere: si potevano prevedere missioni anche al di fuori, magari con l’uso di armi da fuoco o guidando veicoli, seguendo le stagioni successive del telefilm.

Volevo poi fare un paragone: l’uso dei cosidetti “quick time events“, ovvero degli eventi dove devi premere il tasto giusto al momento giusto, e il modo di affrontare gli avversari ricorda molto da vicino il gioco “The Bourne Conspiracy” (casualmente anche in questo titolo è presente la parola conspirazione). Però la trasposizione videoludica di Bourne è stata a mio parere un successo mentre il titolo in esame risulta essere mediocre.

Per quanto riguarda la longevità, seguendo alla lettera il compitino non sono tantissime le ore di gioco però sia nella versione pc che in quelle su console son presenti degli obiettivi, se vi và quindi potete aumentare voi stessi la longevità del titolo (io son riuscito a ottenere, finendo il gioco una sola volta, ben 31 su 45 obiettivi).

Fin qui ho esposto principalmente i lati negativi del gioco: qualcosa di positivo comunque c’è, la parte più interessante del titolo è agire furtivamente nelle aree off-limits. Avete la possibilità di arrampicarvi, di nascondervi dagli agenti del penitenziario, di scassinare le serrature, di intrufolarvi negli armadi, di eludere le telecamere di sicurezza e persino di rifugiarvi sotto i veicoli: cercheranno in tutti i modi di beccarvi, con i fari la notte oppure usando il binocolo e mi raccomando non fate rumore se svitate qualcosa!

Un’altra possibilità che ci viene data è quella di potenziare la muscolatura e di combattere negli incontri clandestini: ma alla lunga potrebbe risultare noioso. Graficamente può risultare leggermente datato però alcuni personaggi son davvero simili alla loro controparte reale: la dottoressa Tancredi è invece irriconoscibile!

A livello di sonoro, la colonna sonora di Prison Break non è male però viene usata troppo ricorsivamente e il tema musicale non è per niente vario ne vasto. Per concludere, vi dico che la storia è composta da 9 capitoli e avete in più la possibilità di scegliere tra vari personaggi nella modalità “versus”, in cui combatterete a suon di pugni.

Gameplay: 5  Alti e bassi, le parti divertenti controbilanciano la monotonia generale

Sonoro: 6   Do almeno la sufficenza per le musiche ma come vengono impiegate non mi piace affatto

Grafica: 6   Sul mio pc ho giocato con le impostazioni al massimo e delle volte rallentava, datato sotto certi aspetti ma personaggi verosimili

Longevità: 4   Troppe poche ore di gioco ma chi è un patito degli obiettivi può rigiocarci fino a sbloccarli tutti

Coinvolgimento:   Se sei un fan ci giochi e ti diverti ma il telefilm è tutto un altro pianeta!

Giudizio finale: 5   Non raggiunge la sufficenza ma non mi sento nemmeno di dare un giudizio troppo negativo: purtroppo non sfata il mito che un gioco tratto da un film/serie tv sia un prodotto qualitativamente inferiore. Forza, avanti un altro!