Nintendo Switch 2 non ha più segreti

Nintendo Switch 2 ha una porta USB-C con autenticazione crittografata

Con l’arrivo della Nintendo Switch 2, i fan si trovano davanti a una novità tecnica che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui si utilizzano gli accessori della console. A differenza del passato, la nuova porta USB-C integrata nel dispositivo adotta un meccanismo di autenticazione crittografata, impedendo di fatto l’utilizzo di dock di terze parti non certificati. La notizia, riportata da The Verge, ha già acceso numerosi dibattiti tra giocatori ed esperti del settore.

Hai già saputo che le console bannate non leggono più nemmeno i Game-Key Card?

Un sistema di controllo che va oltre la compatibilità standard

Non basta più che un dock supporti USB-C o DisplayPort: la Switch 2 cerca attivamente una risposta codificata da parte dell’accessorio collegato, verificando che questo contenga un chip di autenticazione con firma digitale. In assenza di questa conferma, la trasmissione video viene bloccata all’origine.

La console, in sostanza, stabilisce un controllo crittografico appena avviene il collegamento, e lo fa a un livello talmente basso da non lasciare scampo ai dispositivi generici. È una scelta che rompe nettamente con il passato e segna una chiusura dell’ecosistema verso l’esterno.

L’unico dock alternativo che funziona (per ora)

L’eccezione a questa regola sembra essere rappresentata dal dock Antank S3 Max, conosciuto anche con il nome SiWiQU. Questo dispositivo risulta, attualmente, l’unico compatibile con la nuova Switch 2. Non è chiaro in che modo sia stato ottenuto questo risultato, ma è evidente che sia riuscito ad emulare correttamente l’autenticazione richiesta.

Tuttavia, la sua compatibilità potrebbe essere solo temporanea: in caso di aggiornamenti firmware da parte di Nintendo, la chiave digitale attualmente funzionante potrebbe diventare obsoleta, rendendo il dock inutilizzabile senza aggiornamenti specifici.

Una mossa protettiva o una limitazione eccessiva?

Secondo alcune interpretazioni, Nintendo avrebbe deciso di introdurre questo sistema di autenticazione per evitare danni alla console causati da accessori di bassa qualità, come era avvenuto in passato con la prima Switch. In particolare, alcuni dock non ufficiali avevano provocato problemi di surriscaldamento e persino il brick della console.

Tuttavia, molti vedono in questa scelta una mossa troppo restrittiva, che penalizza gli utenti e ostacola la concorrenza. In un’epoca in cui la standardizzazione USB-C dovrebbe facilitare la compatibilità universale, Nintendo sembra andare in direzione opposta, privilegiando il controllo totale sull’hardware compatibile.

Questa chiusura tecnica si traduce in una ridotta libertà di scelta: gli utenti saranno costretti ad acquistare il dock ufficiale Nintendo, probabilmente più costoso, oppure a sperare che produttori come Antank riescano a mantenere la compatibilità nel tempo.

Chi ha già investito in accessori USB-C multipiattaforma, sperando di poterli usare anche con Switch 2, dovrà probabilmente ricredersi. La nuova strategia punta alla massima sicurezza, ma rischia di danneggiare l’accessibilità e la versatilità che molti si aspettano da una console moderna.