La promessa era quella di un nuovo punto di riferimento per il genere open world. Il nome di Leslie Benzies, storico produttore di Grand Theft Auto, era sufficiente per alimentare le aspettative. Ma a meno di tre settimane dal lancio ufficiale, fissato per il 10 giugno, Mindseye si presenta al pubblico con una realtà ben diversa: una build instabile, bug diffusi e una città virtuale desolatamente vuota. Le prime anteprime della stampa specializzata non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche: ciò che doveva essere una rivoluzione sembra invece un’opera acerba, potenzialmente travolta da un’uscita prematura.
Un open world senza anima
Al centro dell’esperienza c’è Red Rock City, l’ambiziosa città virtuale che avrebbe dovuto essere il cuore pulsante del gioco. Ma secondo i primi tester, la città appare spoglia, priva di attività significative e popolata da personaggi non giocanti privi di personalità. Le missioni secondarie sono scarse e ripetitive, e l’esplorazione soffre di una mancanza di ricompense e stimoli narrativi. A nulla servono le 15 ore della campagna principale se il contesto che la circonda è privo di mordente.
Meccaniche da rivedere: guida legnosa e IA sotto le aspettative
Una delle più grandi delusioni riguarda il sistema di guida, elemento che in molti consideravano un’eredità diretta dal passato di Benzies in Rockstar. I veicoli, tuttavia, risultano rigidi e poco responsivi, con una fisica che non restituisce mai una sensazione convincente di controllo o velocità. Anche i combattimenti soffrono: pur essendo ispirati allo stile di GTA, l’esperienza viene penalizzata da un’IA nemica estremamente povera, con avversari che si limitano a correre contro il giocatore senza alcuna strategia apparente.
La forma senza sostanza: cutscene curate, gameplay vuoto
Uno degli aspetti più riusciti di Mindseye è la realizzazione tecnica delle cutscene, ben animate e capaci di offrire brevi momenti di intensità narrativa. Tuttavia, questo contrasto con il gameplay effettivo evidenzia ancora di più la fragilità strutturale del titolo: una facciata ben costruita che cela un impianto ludico frammentario e poco rifinito. L’esperienza è altalenante, incapace di mantenere il ritmo e il coinvolgimento attesi.
Arcadia: una buona idea relegata al PC
L’unico elemento davvero originale è rappresentato dalla modalità Arcadia, una sorta di editor creativo integrato nel mondo di gioco. Accessibile tramite portali speciali, Arcadia consente ai giocatori di creare contenuti personalizzati, sfide e ambientazioni. Peccato che questa modalità sarà disponibile solo su PC al lancio, lasciando completamente esclusa l’utenza console da una delle poche vere novità di valore.
Un rinvio sarebbe stato auspicabile
Tutti i segnali emersi dalle anteprime convergono su un punto chiave: Mindseye non è pronto per il lancio. Bug visibili, stabilità compromessa, feature mancanti e una progressione incompleta gettano un’ombra lunga su un progetto che avrebbe avuto bisogno di almeno altri mesi di sviluppo. Lo stesso team ha già accennato al fatto che nuovi contenuti arriveranno dopo il lancio, ma questo non basta a giustificare una pubblicazione incompleta.
Mindseye doveva essere la rinascita di un visionario dell’industria, un’opera capace di tracciare nuove strade per l’open world moderno. Invece, rischia di diventare il simbolo di una delusione annunciata. Con troppe promesse non mantenute, problemi tecnici evidenti e un mondo di gioco che non vive, il titolo si avvicina all’uscita tra sospetti e timori, più che entusiasmo. A questo punto, un rinvio sarebbe l’unica scelta coraggiosa per salvare un’idea che, sulla carta, aveva tutto per diventare qualcosa di grande.