In un momento già segnato da tensione e amarezza, l’ambiente attorno a Microsoft e Xbox Game Studios si è ulteriormente infiammato dopo che Matt Turnbull, executive producer con una lunga esperienza in titoli come Crackdown 3, State of Decay 2 e Forza Motorsport, ha pubblicato un controverso messaggio su LinkedIn. L’intento era forse di offrire supporto, ma il consiglio di usare strumenti di intelligenza artificiale per superare il trauma del licenziamento ha provocato una reazione durissima, tanto da costringerlo a cancellare il post.
Il consiglio infelice: “Usate l’IA per riprendervi dal licenziamento”
Nel suo post, Turnbull si rivolgeva agli sviluppatori e colleghi colpiti dall’ondata di licenziamenti annunciata da Microsoft proprio in quella settimana. Il consiglio? Provare a usare l’IA generativa, come ChatGPT o Microsoft Copilot, per gestire lo stress emotivo e professionale derivante dalla perdita del lavoro.
Tra i suggerimenti, Turnbull includeva prompt per IA come:
- “Sto lottando con la sindrome dell’impostore dopo essere stato licenziato. Puoi aiutarmi a riformulare questa esperienza in modo da ricordarmi in cosa sono bravo?”
- “Suggeriscimi una strategia per il networking professionale dopo un licenziamento.”
- “Aiutami a identificare con chiarezza i miei punti di forza.”
Concludeva il post sottolineando che l’IA non può sostituire l’esperienza personale, ma può “aiutare a sbloccarsi più in fretta, con più calma e chiarezza”.
La reazione della community: “Non hai letto la stanza”
La risposta della comunità di sviluppatori non si è fatta attendere. Molti hanno percepito il messaggio come fuori luogo, freddo e offensivo, soprattutto considerando che i licenziamenti sarebbero conseguenza diretta dell’enorme investimento di Microsoft proprio nell’IA.
Paul Murphy, game designer, ha commentato con durezza:
“Sono sicuro che stavi cercando di aiutare, ma WTF. Hai assunto queste persone una volta. Dai loro almeno il rispetto di presumere che siano in grado di scriversi un curriculum.”
Altri utenti hanno accusato Turnbull di voler giustificare una cultura aziendale disumanizzante, che licenzia in massa e poi suggerisce di parlare con un bot per elaborare il lutto professionale.
Un contesto esplosivo: 9000 licenziamenti e progetti cancellati
La bufera si inserisce in un contesto già drammatico. Microsoft ha annunciato oltre 9000 licenziamenti, colpendo numerosi studi e cancellando progetti di alto profilo:
- Il reboot di Perfect Dark, che ha portato alla chiusura di The Initiative
- Il misterioso Everwild di Rare, ufficialmente abbandonato dopo anni di sviluppo incerto
- Il progetto segreto Project Blackbird di ZeniMax Online, che ha segnato anche l’uscita di scena di Matt Firor, storico dirigente dello studio
La contraddizione che ha fatto esplodere la rabbia è evidente: Microsoft spende miliardi per sviluppare soluzioni IA sempre più avanzate, ma taglia decine di migliaia di posti di lavoro e suggerisce proprio l’uso dell’IA come conforto.
Il caso Turnbull ha acceso i riflettori su un tema sempre più urgente: il divario tra progresso tecnologico e cura del capitale umano. L’episodio non è solo una gaffe comunicativa, ma il simbolo di una frattura più profonda, che rischia di allargarsi man mano che le grandi aziende promuovono soluzioni automatizzate senza un reale piano di supporto per chi rimane indietro.
In un settore che dovrebbe valorizzare la creatività e il talento umano, il messaggio è suonato come un paradosso amaro: vieni sostituito da un algoritmo e poi ti dicono di chiedere aiuto… proprio a un algoritmo.