Lies of P è stato uno dei titoli più sorprendenti del 2023: elegante, spietato, malinconico. Un soulslike che ha saputo distinguersi senza tradire le radici del genere, conquistando critica e pubblico grazie al suo stile gotico e a un sistema di combattimento raffinato. Ora, con l’arrivo dell’espansione Overture, le cose si fanno ancora più ambiziose: nuovi boss, una regione inedita, modalità Boss Rush, circa 30 ore di contenuti, e una novità che ha spaccato la fanbase in due, la possibilità di scegliere la difficoltà.
Sapevi che Overture non è una semplice espansione di Lies of P?
Un DLC enorme che cambia le regole
Overture non si accontenta di essere un contenuto extra. Si presenta come un’espansione di vasta portata, quasi un sequel in miniatura. Il mondo si allarga, la narrazione prosegue, e le meccaniche si evolvono. Ma la vera frattura sta in una scelta che fino a poco tempo fa sarebbe stata impensabile: l’introduzione di livelli di difficoltà personalizzabili, in totale contrasto con quanto dichiarato dallo stesso team nel 2023.
All’epoca, gli sviluppatori avevano affermato con fermezza che i giochi soulslike dovevano avere una sola esperienza di riferimento, dura ma giusta. Oggi, quella visione cambia, e non tutti ne sono contenti.
I fan più fedeli al genere hanno reagito in modo prevedibile. Per loro, la sfida fa parte dell’identità. Lies of P è stato lodato proprio per il suo equilibrio perfetto: difficile, ma mai ingiusto. Ogni combattimento era una prova, ma sempre superabile con tecnica e attenzione. La paura, ora, è che aggiungere una modalità facile possa indebolire il design, spingendo verso bilanciamenti forzati o semplificazioni che ne compromettano la coerenza.
Molti utenti si sono espressi chiaramente:
“I Souls non ti chiedono che difficoltà vuoi. Ti danno un mondo da affrontare, così com’è.”
“Con più livelli di difficoltà, perdi quella sensazione unica di vittoria vera dopo ore di tentativi.”
“Non è una questione di elitismo: è una questione di coerenza artistica.”
Eppure, esiste anche un’altra voce, più silenziosa ma concreta. Chi chiede accessibilità, chi vuole godersi la storia e l’atmosfera senza passare dieci ore su un solo boss. Per questi giocatori, avere una scelta non significa distruggere l’esperienza, ma adattarla alle proprie esigenze.
Lies of P: Overture sembra inserirsi in un trend più ampio. Le espansioni di titoli come Elden Ring e altri soulslike stanno diventando sempre più grandi, complesse, narrative, e questo comporta anche una riflessione sul pubblico. L’idea che tutti i giocatori debbano affrontare lo stesso percorso, con le stesse difficoltà, sta lentamente cambiando.
La verità è che la presenza di una modalità facile non obbliga nessuno ad usarla. Chi vuole vivere l’esperienza “come l’hanno pensata gli sviluppatori” potrà continuare a farlo. Chi preferisce affrontarla in modo diverso, avrà finalmente l’occasione di farlo.