Kingdom Come Deliverance: Recensione, Trailer e Gameplay

Dopo aver ottenuto i fondi necessari per lo sviluppo, Kingdom Come Deliverance è finalmente giunto nei negozi a distanza di anni dal suo annuncio, ed oggi vogliamo portarvi nel Medioevo con la nostra Recensione.

 

Kingdom Come Deliverance Recensione

Kingdom Come Deliverance è stato probabilmente in passato uno dei giochi più attesi di sempre, fino a quando non è finalmente giunto nei negozi su PS4, Xbox One e PC. Annunciato diversi anni fa tramite una campagna su Kickstarter, il piccolo team di sviluppo Warhorse Studios ha fatto il suo debutto nel settore videoludico con un titolo di tutto rispetto, nonostante sia afflitto da numerose problematiche che vedremo nel corso della Recensione.

Nel gioco vestiamo i panni di Henry, il figlio di un fabbro, il quale si ritroverà coinvolto nell’invasione del suo villaggio da parte dei Cumani. Sopravvissuti al massacro ci rifugeremo nella città di Talmberg, ed è qui che inizia la nostra storia, a dimostrazione di come gli eventi iniziali, fossero solo l’epilogo di una lunga e travagliata avventura per le campagne del Medioevo.  Dopo aver famigliarizzato con i comandi di gioco che richiamano titoli come Oblivion, Skyrim e Fallout (giusto per citarne qualcuno), dovremo partire verso la nostra prima missione.

A differenza dei titoli citati, non è possibile impostare la camera in terza persona, costringendoci a giocare l’intera avventura con una visuale in soggettiva,il che comprende non solo l’esplorazione e combattimenti ma anche le lunghe cavalcate in sella al nostro fidato ronzino. Il dialogo in Kingdom Come Deliverance ricopre un ruolo chiave, in quanto oltre a consentirci di influenzare i personaggi che popolano il vasto open world, ci permette di ottenere nuove missioni da portare a termine, indizi su quelle in corso o semplicemente indicazioni per raggiungere un determinato luogo.

Nel corso dell’avventura abbiamo la possibilità di consultare l’inventario in qualsiasi momento, cosi come la mappa di gioco, quest’ultima indispensabile sia per spostarsi rapidamente da un punto all’altro che ottenere informazioni sulla posizione di locande, missioni e luoghi da esplorare. Tramite l’inventario è possibile tenere sotto controllo armi, armature, cibi ed oggetti di varia utilità, dai libri alle chiavi e molto altro.

 

Ogni oggetto che si tratti di cibo o bevanda, armi o armature, chiavi o libri, ha un certo peso, il quale influirà sui movimenti di Henry, costringendo il giocatore a migliorare il protagonista per indossare o trasportare un maggior numero di oggetti. A differenza di molti altri giochi di ruolo, il team ha optato per un’avanzamento automatico del personaggio, impedendo dunque al giocatore di intervenire sulle abilità o caratteristiche di Henry, lasciando la gestione delle statistiche alle azioni compiute nel corso del gioco.

Maggiori sono i combattimenti affrontati con la spada e migliori saranno le statistiche sulle armi da mischia e lo stesso vale per ogni singola abilità presente in gioco, trascorrendo molto tempo dialogando con i vari personaggi, miglioreremo la dialettica, la quale potrebbe tornarci utile sopratutto in caso di arresto, oltre che per storcere le informazioni e cosi via dicendo. La preoccupazione di decidere quali abilità portare avanti viene sostituita da elementi tipici di un Survival, dalla ricerca di cibo per sfamare Henry ad un letto dove riposare.

Lavarsi, curare le ferite, nutrirsi o dormire ci accompagneranno per tutta l’avventura, costringendoci a fare spesso delle pause per rifocillarci o riposare, evitando svenimenti o la morte stessa. Non poteva di certo mancare la fredda prigione, luogo ideale per i malfattori. Compiendo furti, omicidi o atti vandalici in pubblico, attireremo l’attenzione di una guardia, la quale dopo averci chiesto gentilmente (si fa per dire) di arrenderci, darà la parola alla spada, ponendoci di fronte a svariate possibilità, ed è qui che la dialettica entra in gioco.

Oltre ad offrirci la possibilità di risolvere la questione con del denaro, pagando multe molto salate, abbiamo la possibilità di risolvere la disputa scegliendo una delle opzioni di dialogo, fuggendo o arrendendoci alla punizione, la quale potrebbe costarci fino a 10 giorni di prigione. Kingdom Come Deliverance accoglie di buon grado non solo un meteo dinamico ma anche il ciclo giorno/notte, mettendoci il più delle volte di fronte a caricamenti tutt’altro che veloci.

 

 

10 giorni di prigione equivalgono a circa 10 minuti di attesa, senza contare gli spostamenti rapidi, durante i quali possiamo vedere il viaggio di una sorta di pedina sulla mappa di gioco, in direzione della locazione imposta, lasciando al giocatore di tanto in tanto, la scelta se fermarsi durante il cammino (quando richiesto) oppure proseguire (quest’ultima opzione non sempre possibile). Numerose sono gli avamposti e i villaggi da esplorare, cosi come le missioni da portare a termine, suddivise in principali e quindi legate alla storia, secondarie o eventi di vario tipo.

Non manca all’appello la possibilità di lavorare, allo scopo di guadagnare qualche spicciolo, utile per fare degli acquisti presso i commercianti, da armi e armature a pozioni, cibi, libri e quanto altro ancora. Come accadeva nel Medioevo, non tutti erano in grado di leggere, la lettura era un privilegio rivolto principalmente ai nobili o uomini di chiesa, per tanto ci ritroveremo con un protagonista analfabeta, costringendoci a pagare qualche monta per prendere lezioni di lettura, allo scopo di poter accedere ai testi (inizialmente incomprensibili) dell’epoca, i quali oltre a fornirci nozioni basi sulla storia passata, ci consentono di migliorare le varie statiche, apprendendo le migliori tecniche di combattimento, la preparazione di pozioni ed altro ancora.

Il salvataggio dei progressi (in attesa di un’imminente patch) avvengono sostanzialmente in 3 modi: All’inizio o termine di una missione, dormendo per almeno 6 ore (di gioco naturalmente) o utilizzando la Grappa del Salvatore, quest’ultima acquistabile ad un costo decisamente alto, presso i tanti commercianti. Oltre a poter raggiungere in un qualsiasi momento la propria stanza a Talmberg o al Mulino di Rattay, è possibile ricorrere alle locande per riposare e depositare i propri oggetti nella cassa, in prossimità del letto, pagando una certa somma di denaro, la quale varia a seconda delle notti trascorse.

Come da tradizione per l’epoca nella quale è ambientato Kingdom Come Deliverance, per spostarci nel vasto open world, bisogna ricorrere al cavallo, quest’ultimo in grado anche di trasportare un certo numero di oggetti, con la possibilità di acquistare o rubare cavalli migliori, i quali oltre a disporre di una resistenza e velocità maggiori, consentono di depositare oggetti più pesanti o numerosi, allo scopo di liberare temporaneamente il proprio inventario. 

 

In qualsiasi momento, dopo aver ottenuto il cavallo personale, è possibile richiamarlo come accadeva in The Witcher, con un semplice fischio. Ricorrendo al viaggio rapido, potremo raggiungere una certa locazione in un tempo nettamente inferiore rispetto la tradizionale cavalcata, riducendo il livello di fame e sonno. Alla morte di Henry potremo caricare la partita dall’ultimo checkpoint raggiunto, perdendo cosi tutti i progressi fatti prima del salvataggio, per tanto la Grappa del Salvatore nel caso in cui non sia possibile farsi una bella dormita, è la soluzione migliore seppur costosa. 

Ogni azione ha le sue conseguenze. In Kingdom Come Deliverance ci viene offerta nella maggior parte dei casi, la possibilità di completare la missione in molteplici modi, ad esempio potremo sia decidere se sabotare il covo dei banditi prima di sferrare l’attacco o se passare subito all’azione, oppure se cercare un tesoro prima di recarci dal suo proprietario o se eliminare quest’ultimo perdendo il bottino.

Le possibilità sono tante, spetta solo al giocatore decidere in che modo affrontare la lunga e travagliata avventura. Come anticipato, l’aspetto esteriore ha una certa importanza, gli abiti indossati cosi come l’igiene personale influenzeranno il comportamento degli altri personaggi, mutando dialoghi e reazioni. Tramite i bagni pubblici (a pagamento) o barili di acqua sparsi per le città, è possibile lavarsi, eliminando fango, sangue ed altri fattori che rendono Henry impresentabile.

Come accade nei giochi citati, il sistema di combattimento potrebbe infastidire i giocatori, sia a causa degli attacchi lenti di Henry che delle continue schivate o parate, e quando i nemici sono molteplici, la situazione diventa tutt’altro che gestibile. Il pessimo ma realistico utilizzo dell’Arco ci porta il più delle volte a favorire la spada piuttosto che la freccia, a causa dell’assenza di un mirino.

 

 

Durante l’uso con l’Arco siamo chiamati sia a considerare la direzione del vento che l’angolazione del tiro, portandoci il più delle volte a sprecare decine di frecce nel tentativo di colpire un nemico. Non manca all’appello la possibilità sia di finire un’avversario con una breve animazione, nella quale possiamo assistere ad una bella infilzata che depredare quest’ultimo di tutti i suoi averi. I nemici cosi come i tanti personaggi che popolano il mondo di gioco sono anche essi soggetti al sonno, permettendoci di soffocarli nel cuore della notte senza dare nell’occhio.

E se i combattimenti sono tutt’altro che semplici, scassinare una serratura è una vera e propria impresa. Il sistema scelto dal team di sviluppo potrebbe portare i giocatori meno pazienti a rinunciare a sostanziosi bottini. Per scassinare porte o bauli bisogna ricorrere ai classici grimaldelli, acquistabili presso i tanti mercanti e facilmente danneggiabili durante il tentativo di scasso, senza contare che l’operazione deve avvenire nel minor tempo possibile, allo scopo di evitare di essere scoperti.

Gli oggetti rubati, di qualsiasi natura siano, vengono etichettati nell’inventario con un’apposito simbolo, impedendoci la vendita degli stessi presso i “mercanti onesti”. Compire un reato di qualsiasi natura e fuggendo dal luogo del delitto porterà i suoi abitanti (guardie incluse) a ricordarsi di noi anche a distanza di tempo, poichè un debito con la giustizia prima o poi va saldato.

Oltre a fare dei lavoretti di tanto in tanto allo scopo di guadagnarci qualche spicciolo, non manca all’appello la possibilità di oziare nelle locande tra rapporti sessuali, abbuffate e bevute da capogiro. Presso le tante locande è possibile sia rifocillarsi e dormire che partecipare ad un minigioco locale, facendo scommesse con il losco individuo di turno, ottenendo delle monete extra anche dalle scazzottate. 

 

Tra le attività presenti non poteva di certo mancare la caccia, la quale consente di recuperare selvaggina da vendere o per sfamarsi, senza contare i tornei di spade o tiri con l’arco. Abbiamo avuto occasione di mettere le mani sull’edizione Xbox One X del titolo su gentile concessione di Koch Media, costatando che dopo aver scaricato 30 GB di patch, il gioco risulta tutt’altro che ottimale, con bug grafici, intelligenza artificiale a volte discutibile, lievi cali di frame e molto altro.

Molte sono le patch in arrivo, rivolte a migliorare l’esperienza di gioco, per tanto possiamo considerare per certi versi Kingdom Come Deliverance come un titolo in Early Access piuttosto che definitivo. E se il lento caricamento delle texture o gli esilaranti bug nei quali è possibile imbattersi non sono sufficienti, vi è sempre una colonna sonora il più delle volte ripetitiva, difatti capiterà spesso di udire la medesima melodia all’infinito presso i tanti villaggi. 

Kingdom Come Deliverance è tutto questo e molto di più, nonostante sia afflitto dalle problematiche citate e proponga un gameplay a volte ostico, nulla che non possa essere risolto con qualche patch. 

Kingdom Come Deliverance Gameplay Trailer