In Giappone è molto diffuso il fenomeno dell’hikikomori, ossia il restare completamente da soli, lontano da tutto e tutti per mesi o addirittura anni. Oggi vogliamo parlarvi di una vicenda di cronaca accaduta nel paese del sol levante, riguardante un ragazzo disoccupato di 34 enne, il quale ha vissuto con suo padre “Deceduto” per ben 2 settimane.
La solitudine nipponica
Quando un individuo, uomo o donna che sia, decide di stroncare i rapporti con gli altri individui e rintanarsi dentro casa per non uscire più, viene definito Hikikomori. Giorni fa, un giovane di 34 anni, ha ammesso di aver vissuto con suo padre deceduto per 2 settimane. Il corpo del padre secondo l’autopsia non mostra alcun segno di ferite esterne, il decesso è avvenuto a causa di un malore.
Il primo Dicembre, L’Hikikomori aveva notato che il padre non si era ancora svegliato ed aveva smesso di respirare.
Ecco le sue parole:
Non ho denunciato la cosa alla polizia perchè sono un hikikomori, piuttosto che contattare il mondo esterno ho preferito continuare a vivere con il corpo di mio padre nel monolocale per 2 settimane.
Incremento del fenomeno Hikikomori
Gli hikikomori sono molto diffusi in Giappone, attualmente sono 700 mila coloro che decidono di ritirarsi dalla società, non uscendo più di casa. In Italia tali persone vengono definite eremiti o auto-reclusi. Pare che i motivi che spingano le persone a prendere questa decisione sono dovuti alla depressione di non riuscire a trovare un lavoro o proseguire gli studi universitari, oppure alla “sfortuna” di essere single e di non riuscire a trovare una ragazza e cosi via dicendo.
Il governo giapponese sostiene che questo fenomeno dal 2010 ad oggi si sia incrementato a vista d’occhio. Il giovane dovrà rispondere dell’accusa di non aver dichiarato il decesso del padre. Vivere in solitudine non è un reato, ma quando questo stato di vita porta l’individuo a compiere un gesto simile, la situazione cambia.