Il nuovo capitolo della saga di The Witcher, attualmente in sviluppo presso CD Projekt Red, non rinnegherà l’eredità narrativa che ha reso celebre The Witcher 3. Anzi, la volontà del team è quella di elevare ulteriormente la qualità delle missioni secondarie, rinunciando una volta per tutte alle fetch quest, ovvero quelle missioni ripetitive e prive di spessore che spesso affliggono i giochi open world.
A confermare questa direzione è Philipp Weber, ora narrative director di The Witcher 4, che in un’intervista a GamesRadar+ ha ribadito con forza un principio che risale ai suoi primi giorni in CD Projekt Red: “Non facciamo fetch quest”. Entrato come quest designer durante lo sviluppo di The Witcher 3, Weber ha vissuto in prima persona la nascita di un approccio che avrebbe fatto scuola nell’industria.
Sapevi che I personaggi secondari avranno le loro storie?
Un’eredità da onorare, ma senza ripetersi
Le parole di Weber riflettono un rispetto profondo per il lavoro fatto, ma anche la consapevolezza che riproporre gli stessi schemi non basta. “Non possiamo copiare i nostri stessi trucchi ancora e ancora”, ha dichiarato il team, lasciando intendere che l’obiettivo è superare i limiti del passato, senza tradire le aspettative di chi ha amato l’universo di Geralt di Rivia.
Un esempio lampante del livello narrativo raggiunto in passato è la celebre quest del Barone Sanguinario, rimasta nel cuore dei giocatori per la sua complessità emotiva e morale. Pawel Sasko, oggi game director di Cyberpunk 2 ma all’epoca anche lui quest designer su The Witcher 3, spiegava che ogni singola side quest doveva regalare la sensazione di leggere un buon libro, anche se durava solo dieci minuti.
La qualità nasce dalla selezione
Creare storie di questo calibro non è mai stato un processo automatico. Come racconta Weber, ogni designer proponeva almeno dieci idee per ogni missione che sarebbe poi finita nel gioco, in un processo selettivo severissimo ma necessario per garantire un livello narrativo sopra la media. È proprio questo filtro, unito alla libertà creativa concessa dal team, ad aver costruito la reputazione di CD Projekt Red nel panorama RPG.
Un nuovo Witcher, ma con lo stesso cuore
The Witcher 4, quindi, non sarà un semplice sequel, ma una nuova visione che partirà dalle basi solide di ciò che ha reso grande il suo predecessore. Nessuna voglia di appoggiarsi sul successo passato, ma un’ambizione chiara di alzare l’asticella: mantenere la densità narrativa delle missioni, senza cedere alla ripetitività.
In un genere che spesso scivola nella formula, CD Projekt Red sembra voler lanciare una sfida non solo a sé stessa, ma a tutto il mondo degli RPG open world: si può ancora sorprendere il giocatore, anche con una semplice side quest. La strada è tracciata, ora non resta che vedere come questo nuovo viaggio prenderà forma.