Svelato nome e Gameplay del prototipo di Clair Obscur Expedition 33

Clair Obscur Expedition 33: Svelato il prototipo We Lost

Un nuovo filmato comparso online ha catturato l’attenzione della community videoludica, rivelando per la prima volta il prototipo originale di Clair Obscur: Expedition 33, quando il progetto era ancora conosciuto con il nome provvisorio di “We Lost”. Un documento visivo che apre uno squarcio sul passato del gioco, mostrando quanto sia stato profondo e ambizioso il percorso di trasformazione che ha portato alla sua forma attuale.

Hai già saputo delle Origini di Clair Obscur Expedition 33?

Dalle ombre grigie al sogno pittorico: un cambio di visione totale

Nel video, We Lost appare come un RPG a turni molto più convenzionale, con ambientazioni post-apocalittiche dallo stile steampunk e una palette cromatica quasi interamente grigia. Il mondo di gioco, all’epoca, si sviluppava in maniera lineare, con aree spoglie e prive di profondità estetica. Il protagonista si muoveva con animazioni semplici, immerse in un’atmosfera cupa e malinconica, dove la narrazione era lasciata all’interpretazione più che guidata da veri e propri dialoghi strutturati.

Si intravedeva già un tentativo di trasmettere emozioni attraverso il silenzio, l’ambiguità e i contrasti visivi, ma mancava completamente ciò che oggi rende Expedition 33 così unico: l’ispirazione alla Belle Époque francese, l’uso della luce come elemento simbolico, e soprattutto l’inconfondibile stile pittorico, tratto distintivo del progetto attuale.

Le meccaniche: da classico RPG a ibrido strategico-dinamico

Anche il gameplay ha subito una metamorfosi significativa. Nel prototipo si notano scontri a turni tradizionali, senza particolari innovazioni o interazioni dinamiche. Nessuna parata, nessun colpo mirato, nessuna libertà di movimento nel mezzo del combattimento. Era un impianto tecnico semplice, quasi didattico, che oggi appare rudimentale rispetto al sistema di combattimento ibrido dell’attuale Expedition 33.

Oggi, infatti, il gioco fonde azione in tempo reale e strategia, richiedendo riflessi pronti, precisione e capacità di lettura degli attacchi avversari. Un’evoluzione che non è solo tecnica, ma anche filosofica, perché riflette un cambio di paradigma: da un gameplay passivo a un’esperienza interattiva e coinvolgente, in grado di esaltare le scelte del giocatore.

Da esperimento personale a produzione d’autore

Il confronto tra We Lost e Clair Obscur: Expedition 33 evidenzia quanto sia stato determinante l’elemento creativo nel ridefinire il progetto. Ciò che era nato come una bozza malinconica e sperimentale, è diventato un titolo raffinato e fortemente autoriale, dove ogni dettaglio, dal design dei personaggi alla direzione artistica, è curato con precisione maniacale.

L’identità visiva del gioco è oggi un inno all’arte e alla luce, un’esperienza che travalica il genere RPG per avvicinarsi a una vera e propria opera d’arte interattiva. Il cambio di nome, da We Lost a Clair Obscur, non è solo un rebranding, ma una dichiarazione poetica: il chiaro-scuro non è solo uno stile, ma una metafora del viaggio interiore e collettivo che il gioco vuole raccontare.

Conclusione: un’evoluzione che racconta una visione

Il video trapelato non è solo una curiosità per i fan, ma un pezzo fondamentale della storia creativa di Expedition 33. Mostra quanto sia importante la fase prototipale, anche quando appare imperfetta, e quanto sia possibile, con dedizione e visione, trasformare un’idea grezza in un capolavoro moderno. Clair Obscur: Expedition 33 non nasce perfetto: si costruisce passo dopo passo, luce dopo ombra. E proprio per questo, oggi, è uno dei giochi più attesi e promettenti dell’intero panorama RPG.