The Last Case of John Morley è un’esperienza narrativa intensa, raffinata e sorprendentemente emotiva, capace di catturare l’attenzione fin dai primi minuti e trascinarla in una spirale di ricordi, ossessioni e verità sepolte. Non è semplicemente un gioco investigativo, ma un viaggio nella mente di un uomo segnato da un passato che torna a bussare alla porta proprio quando credeva di esserne finalmente uscito.
Indossiamo i panni di John Morley, detective degli anni Quaranta con un passato tormentato e un corpo ancora segnato da ferite fisiche e psicologiche. Il suo ritorno in ufficio dopo mesi di ricovero non è un semplice nuovo inizio, ma l’ultimo capitolo di una storia sospesa. L’incontro con la misteriosa Lady Margarette Fordside apre le porte a un caso vecchio di vent’anni, un omicidio mai davvero risolto e avvolto da bugie, silenzi e capri espiatori sacrificati alla fretta della giustizia ufficiale. Da quel momento, ogni passo nell’indagine diventa un passo dentro l’anima stessa del protagonista.
La forza del gioco sta nella sua atmosfera, che ricrea in modo magistrale l’estetica noir anni ’40: uffici impregnati di tabacco e solitudine, manieri inglesi avviluppati dalla nebbia e sanatori abbandonati dove il silenzio pesa più delle parole. La colonna sonora, elegante e malinconica, accompagna in modo discreto ma incisivo, rafforzando quel senso di sospensione e mistero che avvolge ogni luogo, ogni dialogo, ogni ricordo.

Il gameplay si concentra su esplorazione, osservazione e deduzione, con un sistema di ricostruzione delle scene molto ben realizzato. Analizzare gli ambienti, trovare gli indizi e collegarli tra loro è gratificante e ben calibrato: non troppo semplice, ma nemmeno artificiosamente complesso. Gli enigmi sono integrati nella narrazione, non interrompono mai il ritmo e spingono il giocatore a mettere insieme pezzi di un puzzle che non è solo investigativo, ma umano e psicologico.
La narrativa è il vero motore dell’esperienza: dialoghi curati, scrittura intensa, personaggi ambigui e un crescendo emotivo che conduce a un finale potente, scioccante e memorabile, lontano dagli stereotipi del genere. Il gioco dura circa tre ore, ma lascia un impatto che va ben oltre il tempo trascorso a giocarlo. The Last Case of John Morley non punta sulla spettacolarità, ma sulla profondità, sulla costruzione dell’atmosfera, sui silenzi che pesano più delle parole.

È un racconto interattivo capace di far riflettere sul concetto di verità, sulla responsabilità di scoprirla e sul prezzo che comporta riportarla alla luce. Un piccolo gioiello investigativo elegante, immersivo e capace di restare impresso nella memoria come un caso che non si vuole davvero chiudere.