Recensione e Gameplay per Strange Antiquities

Strange Antiquities Recensione: Misteri occulti e segreti polverosi nel cuore di Undermere

Strange Antiquities è il nuovo progetto dei fratelli Rob e John, già noti per aver creato lo straordinario Strange Horticulture, titolo che ha conquistato pubblico e critica con enigmi raffinati e un’atmosfera gotica dal fascino unico. Questa volta il viaggio ci porta ancora una volta nella cittadina lacustre di Undermere, ma con una prospettiva diversa: non più piante misteriose da identificare, bensì antichi manufatti esoterici custoditi in un negozio che da secoli serve gli abitanti del luogo con oggetti occulti e conoscenze arcane.

Nei panni di apprendista taumaturgo, il giocatore è chiamato a gestire la bottega Strange Antiquities, un luogo avvolto dal profumo di candele e legni antichi, ma attraversato anche da forze oscure che minacciano di infrangere il fragile equilibrio tra il nostro mondo e quello che si cela oltre la soglia. Ogni giorno arrivano nuovi clienti con richieste particolari: alcuni cercano aiuto per problemi che sfiorano il soprannaturale, altri hanno intenzioni più ambigue. Sta a noi osservare, catalogare e identificare artefatti misteriosi servendoci di tomi illustrati e deduzione, consapevoli che un errore può avere conseguenze pesanti.

La forza del gioco sta nel suo ritmo unico, che alterna enigmi di osservazione e catalogazione, scelte morali capaci di influenzare la reputazione del giocatore, ed esplorazioni fuori dal negozio guidate da mappe disegnate a mano. Non mancano elementi narrativi più intimi e affettuosi, come la presenza di Giove, il gatto del negozio, che richiede attenzioni quotidiane e diventa un compagno silenzioso in un mondo intriso di mistero.

A rendere l’esperienza ancora più intrigante è la costruzione di un contesto vivo: Undermere non è solo uno scenario, ma una città segnata da malattie inspiegabili, presagi sinistri e oscurità striscianti. Le storie dei suoi abitanti, come Barton Potter o Jack Hungerford, si intrecciano al tessuto narrativo e conducono il giocatore a dover prendere posizione di fronte a eventi che superano la semplice routine del negozio. Ogni scelta, sia essa di aiuto o di ostacolo, contribuisce a definire l’immagine del taumaturgo all’interno della comunità.

Sul piano stilistico, Strange Antiquities mantiene l’atmosfera oscura ma accogliente che aveva reso indimenticabile Strange Horticulture, pur proponendo una storia nuova e indipendente. È una produzione che gioca con l’ambiguità: da un lato un rifugio caldo illuminato da candele, dall’altro la minaccia di forze arcane pronte a travolgere ciò che sembra familiare.

Più che un seguito diretto, si tratta di un nuovo capitolo nello stesso universo, in grado di accogliere sia chi ha già amato il titolo precedente sia chi vi si avvicina per la prima volta. L’obiettivo dichiarato degli autori è quello di offrire nuovamente una miscela di enigmi, narrativa e atmosfera occulta, spingendo il giocatore a osservare ogni dettaglio e a fidarsi del proprio intuito.

Strange Antiquities promette quindi un’esperienza profonda e immersiva, capace di unire la curiosità per il proibito al piacere della scoperta lenta e meditata. È un gioco che parla di libri polverosi, scelte morali, misteri irrisolti e piccole routine quotidiane che diventano essenziali in un mondo fragile. Se Strange Horticulture era un invito a perdersi tra piante e segreti, questo nuovo titolo è un richiamo a varcare la soglia di un negozio dove ogni oggetto può custodire un destino.