Rift of the NecroDancer rappresenta un audace passo avanti per Brace Yourself Games, che decide di distaccarsi dalla struttura roguelike di Crypt of the NecroDancer per abbracciare una formula più arcade, accessibile e immediata. Il risultato è un titolo che non solo conserva la potenza ritmica del predecessore, ma la reinventa in un contesto più lineare e spettacolare, ispirandosi ai grandi classici dei giochi musicali.
Un gameplay ritmico, ma su corsie
Al centro dell’esperienza c’è Cadence, che torna a battere il tempo affrontando ondate di nemici lungo tre corsie parallele. Ogni nemico segue schemi di movimento unici, obbligando il giocatore a mantenere occhi e orecchie ben allineati al ritmo della colonna sonora.
I comandi sono semplici, ma il gioco nasconde un’anima tecnicamente esigente, dove il tempismo è tutto e dove anche un singolo errore può spezzare la combo e compromettere la performance. Questa scelta di abbandonare il dungeon crawling a favore di una struttura più lineare e arcade potrebbe sorprendere i fan di lunga data, ma si rivela vincente nel dare nuova linfa al marchio.
Modalità diverse, sfide diverse
Uno dei punti di forza del gioco è la varietà di modalità, che va ben oltre la classica progressione di livelli. Spiccano le:
- Rhythm Rifts, sezioni ad alta intensità dove la difficoltà aumenta gradualmente;
- Boss Battle, coreografiche e coinvolgenti;
- Minigiochi che richiamano lo stile dei rhythm game giapponesi, alcuni dei quali riescono a stupire per originalità, mentre altri appaiono meno riusciti;
- Remix Mode, che introduce varianti casuali e sfide dinamiche, perfette per la rigiocabilità;
- e una Modalità Pratica, ideale per affinare la propria abilità su segmenti più complessi.
Stile visivo cartoon e animazioni impeccabili
A livello grafico, Rift of the NecroDancer colpisce subito per il suo stile vivace e fumettoso, che ben si sposa con il tono giocoso del titolo. I personaggi sono espressivi, le ambientazioni colorate e le animazioni fluide, il tutto impreziosito da un’interfaccia pulita che lascia spazio all’azione. Il comparto artistico fa il suo dovere, dando vita a un mondo accattivante, coerente e piacevole da guardare, anche durante i momenti più frenetici.
Il vero cuore pulsante del gioco rimane la colonna sonora, ancora una volta firmata da Danny Baranowsky, affiancato da una squadra di talentuosi compositori. Le tracce spaziano tra rock, elettronica e synth, ma sono tutte accomunate da un ritmo incalzante e ben integrato con il gameplay. Qui la musica non è semplice accompagnamento, ma vera e propria guida per ogni azione del giocatore.
Il supporto alle mod e ai brani personalizzati amplia ulteriormente le possibilità, dando spazio alla creatività della community. Rift of the NecroDancer è una reinterpretazione coraggiosa e riuscita, che riesce a innovare senza perdere l’anima. È un titolo pensato per chi ama la sfida, il ritmo e la precisione, ma anche per chi cerca un’esperienza musicale stilosa, energica e ben confezionata. Non è un semplice seguito, ma un’evoluzione consapevole e brillante.