Revenge of the Savage Planet non è solo il seguito di un gioco originale e fuori dagli schemi: è una vera dichiarazione di intenti. Con un tono ancora più affilato, una struttura più ambiziosa e un mondo alieno più grande e vivo che mai, Raccoon Logic confeziona un’esperienza che unisce esplorazione profonda, umorismo nero e critica sociale, mantenendo un’identità ben definita.
Trama: satira e rivincita intergalattica
Il protagonista si risveglia dopo anni di ibernazione su un pianeta ostile, scoprendo di essere stato licenziato dalla multinazionale Alta Interglobal e abbandonato al proprio destino. La narrazione si muove tra cinismo e assurdo, mescolando dialoghi pungenti, spot pubblicitari deliranti e una realtà aziendale distorta e grottesca. Il motore emotivo è la vendetta personale, ma il cuore della trama è una riflessione lucida sul potere delle corporation e sul valore dell’individuo in una società spersonalizzata.
Pur muovendosi su toni satirici, la scrittura riesce a toccare momenti di vera intensità, grazie a un protagonista silenzioso ma perfettamente caratterizzato attraverso le sue azioni e alle interazioni con l’ambiente circostante.
Gameplay: tra esplorazione verticale e libertà crescente
Dal punto di vista ludico, Revenge of the Savage Planet fa un passo in avanti netto rispetto al suo predecessore. L’inquadratura passa alla terza persona, migliorando il senso dello spazio e il controllo nei movimenti. L’esplorazione è l’elemento centrale: il mondo di gioco è diviso in quattro grandi regioni, tutte collegate da hub, con segreti, percorsi alternativi e aree accessibili solo con potenziamenti specifici.
Il sistema di progressione si ispira alla filosofia metroidvania, spingendo il giocatore a tornare sui propri passi con nuove abilità per sbloccare zone prima inaccessibili. I gadget da sbloccare sono numerosi: rampini, jetpack, guanti da scalata, visori speciali. Ognuno apre nuove possibilità e arricchisce il gameplay in modo organico.
La modalità cooperativa, sia online che locale, consente di affrontare l’intero gioco con un amico. L’equilibrio è ben gestito e la difficoltà si adatta al numero di giocatori, mantenendo sempre il ritmo giusto tra sfida e scoperta.
Sistema di combattimento: funzionale ma limitato
Il combattimento è forse l’aspetto meno brillante dell’esperienza. Pur essendo più fluido e leggibile rispetto al passato, con armi che si potenziano e proiettili speciali da raccogliere, il sistema resta piuttosto elementare. I nemici, sebbene ben disegnati, seguono schemi d’attacco ripetitivi e la varietà è limitata soprattutto nella seconda metà del gioco. I boss, invece, risultano più ispirati, spesso legati a enigmi ambientali o a sequenze particolarmente creative. In definitiva, il combattimento è servizievole, ma non rappresenta il motivo per cui il gioco lascia il segno.
Direzione artistica: un mondo strano e meraviglioso
Il comparto visivo è uno dei tratti distintivi del gioco. Ogni area è progettata con cura maniacale, e il design alieno si esprime in ambienti surreali, creature bizzarre e colori saturi che danno vita a un mondo coerente nella sua follia. Lo stile è volutamente esagerato e caricaturale, ma sempre leggibile e funzionale al gameplay.
La colonna sonora accompagna l’avventura con toni sintetici e atmosferici, mentre gli effetti sonori e le voci fuori campo mantengono alta la componente satirica, senza mai risultare invadenti. Dal punto di vista tecnico, il gioco è solido. I tempi di caricamento sono rapidi, l’ottimizzazione buona su tutte le piattaforme moderne e i bug, se presenti, sono rari e poco invasivi.
Revenge of the Savage Planet è un gioco che sa esattamente cosa vuole essere: stravagante, tagliente e unico. Non cerca di accontentare tutti, ma offre un’esperienza coerente, ben costruita e sorprendentemente profonda. L’esplorazione premia la curiosità, la scrittura stimola il pensiero e la direzione artistica lascia il segno. I difetti ci sono, ma non oscurano la forza di un titolo che osa e riesce a distinguersi.