Recensione e Gameplay per Holy Shoot

Holy Shoot Recensione: Il roguelite più folle dell’estate

Holy Shoot è un frenetico FPS roguelite ambientato in una reinterpretazione ironica e psichedelica dell’Inferno. Disponibile in Accesso Anticipato su Steam dal 30 luglio 2025, il gioco è firmato da Tale Era Interactive, un piccolo studio indipendente che punta tutto sull’estro creativo e sul gameplay esplosivo. A prima vista, potrebbe sembrare l’ennesimo sparatutto a generazione casuale, ma bastano pochi minuti per capire che qui siamo davanti a qualcosa di più estremo, più sarcastico e decisamente più sopra le righe.

Ogni partita è una corsa contro il caos: livelli procedurali, nemici grotteschi, potenziamenti folli e un ritmo indiavolato (è il caso di dirlo). Il giocatore si ritrova nei panni di un’anima dannata che ha ricevuto, per vie poco chiare, poteri divini. E con quelli dovrà farsi strada attraverso orde di creature infernali, in una lotta surreale per la redenzione. O per puro gusto della distruzione.

Personaggi benedetti, abilità devastanti e armi fuori controllo

Una delle idee vincenti di Holy Shoot è la varietà di eroi giocabili, ciascuno con caratteristiche uniche. C’è Supersonic Samuel, dotato di una velocità sovrumana che trasforma ogni mappa in una pista da parkour ultraviolento. C’è Toshiko Techno, esperta in gadget futuristici e magie tecnologiche. E poi tanti altri personaggi sbloccabili, ognuno con build potenzialmente devastanti. Il sistema di progressione è roguelite puro: si parte ogni volta da zero, ma nel Sanctum (l’hub centrale del gioco) si possono sbloccare potenziamenti permanenti, migliorare l’equipaggiamento e ottenere nuove benedizioni divine.

Il gameplay è uno spettacolo visivo continuo: proiettili che rimbalzano, nemici che esplodono in nuvole di pixel, arene che si trasformano sotto i piedi del giocatore. Tutto è volutamente esagerato, dal design dei livelli alla colonna sonora martellante. Il gioco non si prende mai sul serio, ma sa come mettere in difficoltà anche i giocatori più esperti. Morire è parte dell’esperienza, ma ogni morte lascia dietro di sé qualcosa: una lezione, una nuova abilità, o semplicemente la voglia di rientrare subito in partita.

Umorismo nero e stile visivo che lascia il segno

A differenziare davvero Holy Shoot da molti altri roguelite, però, è il tono narrativo. L’intero gioco è costruito come una grande parodia teologica, dove l’inferno è popolato da entità grottesche, missioni senza senso, e NPC che ti offrono tè e torte in mezzo a una carneficina. L’estetica è volutamente kitsch, con colori saturi, scritte giganti e animazioni volutamente caricaturali. Ogni run è imprevedibile, non solo per i nemici generati casualmente, ma per gli eventi assurdi che possono accadere da un momento all’altro. Un angelo barista? Un demone che si crede tuo psicologo? In Holy Shoot nulla è troppo strano per essere vero.

Nonostante il tono irriverente, il gioco ha una cura notevole nel bilanciamento e nella varietà. Il level design, pur procedurale, mantiene sempre una struttura coerente, e la curva di difficoltà è ben modulata. L’azione è intensa ma leggibile, e il feeling delle armi è soddisfacente, sia nel corpo a corpo che nella lunga distanza. Ogni colpo è un piccolo effetto pirotecnico che contribuisce alla spettacolarità generale.

Un accesso anticipato già solido e pieno di potenziale

Pur essendo ancora in fase di sviluppo, Holy Shoot sorprende per la sua stabilità, fluidità e quantità di contenuti già disponibili. Le recensioni su Steam sono estremamente positive e la community sta contribuendo attivamente con suggerimenti e feedback. L’interfaccia è chiara, i controlli rispondono in modo preciso e le performance sono ottime anche su configurazioni medie. Gli sviluppatori hanno già anticipato una roadmap ricca di aggiornamenti, con nuovi personaggi, boss, armi e modalità di gioco in arrivo nei prossimi mesi.

Chi cerca un’esperienza FPS roguelite che sappia divertire, sfidare e sorprendere con un’ironia feroce troverà in Holy Shoot un’ottima alternativa ai titoli più seriosi. È un gioco che non teme l’assurdo, che gioca con i cliché religiosi per costruire un’esperienza sopra le righe ma assolutamente solida nel gameplay.