Forgotten Fields non è un videogioco tradizionale. È una lettera d’amore ai ricordi, un’ode malinconica al passato e a quei momenti che definiscono chi siamo diventati. Creato da Frostwood Interactive, il titolo si distingue per il suo approccio lento, contemplativo e profondamente umano. In un mercato dominato da azione frenetica e meccaniche complesse, questo gioco sceglie di parlare al cuore.
Forgotten Fields Recensione
Il protagonista è Sid, un autore in crisi, incapace di portare avanti il suo nuovo romanzo fantasy. Una visita nella vecchia casa d’infanzia, venduta dalla madre, diventa l’occasione per un viaggio emotivo che intreccia presente, passato e fantasia. Mentre la scadenza per consegnare una nuova proposta editoriale si avvicina, Sid si ritrova immerso in paesaggi familiari e conversazioni che risvegliano emozioni sopite, memorie dimenticate e legami mai recisi.
La narrativa è il fulcro di Forgotten Fields. La storia si sviluppa attraverso dialoghi sinceri, momenti di introspezione e continui rimandi al romanzo che Sid sta cercando di scrivere. Il gioco adotta una struttura metanarrativa, in cui la finzione si fonde con la realtà, e la creatività diventa lo specchio dell’esperienza personale. Non è solo una storia: è una riflessione sulla scrittura stessa, sulla difficoltà di esprimere ciò che si prova quando le parole non bastano.
Dal punto di vista visivo, Forgotten Fields utilizza una grafica low-poly dai toni caldi e pastello, che richiama la semplicità dei ricordi e crea un’atmosfera accogliente e dolcemente nostalgica. I modelli sono essenziali ma espressivi, e l’animazione, pur con qualche incertezza, non compromette il coinvolgimento emotivo. La colonna sonora è discreta, ma straordinariamente efficace: pianoforte e chitarra acustica accompagnano ogni passo con delicatezza, amplificando i momenti più intensi con una sensibilità rara.
Il gameplay è minimale: esplorazione, dialoghi e semplici interazioni ambientali si alternano a brevi minigiochi che spezzano il ritmo. Non ci sono punteggi, fallimenti o ostacoli da superare: tutto è orientato all’esperienza, alla narrazione, all’empatia. Il ritmo volutamente lento può non piacere a chi cerca sfide, ma è perfettamente coerente con l’essenza del gioco.
Forgotten Fields è, in definitiva, un’opera per chi cerca autenticità, per chi ama le storie che parlano di radici, cambiamento e riscoperta di sé. Con una durata contenuta ma intensa, è un titolo che riesce a lasciare un’impronta profonda, grazie al suo tono intimo e riflessivo. Non è per tutti, ma chi saprà accoglierlo con pazienza e sensibilità troverà in Sid uno specchio silenzioso delle proprie emozioni.