Recensione di City of the Wolves

FATAL FURY CITY OF THE WOLVES Recensione: Il ritorno del celebre picchiaduro

FATAL FURY: CITY OF THE WOLVES rappresenta una rinascita audace per uno dei franchise più importanti della storia dei picchiaduro, un ritorno che non si limita a cavalcare la nostalgia ma che costruisce un’esperienza profondamente nuova su basi solide e storiche. Dopo decenni di silenzio, SNK sceglie di continuare la narrazione lasciata in sospeso da GAROU: MARK OF THE WOLVES, portando i giocatori in una South Town reinventata, più stilizzata, più carismatica, ma ancora pervasa da quel senso di lotta per la sopravvivenza che ha sempre caratterizzato la saga. La struttura del gioco è stata completamente rielaborata per dialogare con le aspettative del pubblico moderno, pur mantenendo l’anima tecnica che da sempre distingue la serie.

FATAL FURY CITY OF THE WOLVES Recensione

Il cuore pulsante del gioco è il suo sistema di combattimento, che combina la precisione dei vecchi capitoli con nuove soluzioni progettuali pensate per garantire varietà, ritmo e profondità. I controlli rispondono a una logica a cinque tasti, ciascuno assegnato a una diversa intensità di attacco, mentre un sistema di abilità avanzate chiamato REV SYSTEM consente l’attivazione di mosse speciali potenziate e colpi estremi che possono modificare l’inerzia del match. A differenza di tanti altri titoli contemporanei, FATAL FURY: CITY OF THE WOLVES non cede mai alla tentazione di semplificare troppo: i REV ARTS, i REV BLOW e l’elemento di OVERHEAT che limita l’abuso delle tecniche speciali costruiscono un ecosistema dinamico, dove la gestione delle risorse e del tempo diventa fondamentale per la vittoria. Questo non esclude i neofiti, grazie all’inclusione di una modalità di controllo semplificata, ma resta evidente che il gioco si rivolge prima di tutto a chi desidera una sfida appagante.

Sul piano estetico, il gioco raggiunge livelli altissimi. Lo stile cel-shading dona personalità ai personaggi e agli sfondi, costruendo un’identità visiva forte, capace di richiamare la tradizione fumettistica giapponese senza cadere nel cliché. Le animazioni sono fluide, ogni attacco ha un peso reale, ogni mossa trasmette potenza e controllo. Gli effetti grafici, dalle esplosioni ai dettagli delle collisioni, rafforzano la sensazione di impatto, e la regia delle super mosse contribuisce a esaltare ogni scontro, trasformandolo quasi in un duello cinematografico. La colonna sonora si distacca dai suoni tradizionali della serie per esplorare nuovi generi: elettronica, funk, hip hop e sonorità underground si alternano per accompagnare le battaglie con un ritmo che coinvolge e sorprende.

Uno degli elementi più interessanti del gioco è la varietà del roster, che include non solo personaggi storici come TERRY BOGARD e ROCK HOWARD, ma anche nuovi combattenti inediti, tutti caratterizzati da background narrativi ricchi e stili di combattimento fortemente differenziati. Ogni personaggio ha una propria filosofia di gioco e può essere padroneggiato a livelli profondi, garantendo una curva d’apprendimento lunga ma gratificante. L’equilibrio tra carisma, design e funzionalità è il vero punto di forza del cast, reso ancora più intrigante dalla promessa di aggiornamenti regolari e nuovi arrivi tramite contenuti aggiuntivi.

La componente narrativa, da sempre marginale nella serie, riceve qui un’attenzione insolita grazie alla modalità EPISODES OF SOUTH TOWN, che integra meccaniche da gioco di ruolo leggero. Attraverso dialoghi, scelte e missioni, il giocatore può esplorare la vita dei personaggi al di fuori del ring, scoprendo motivazioni, rivalità e connessioni profonde che arricchiscono l’esperienza complessiva. Questa struttura arricchisce la campagna single-player e dona nuova linfa alla formula classica del genere, solitamente più focalizzata sull’online o sull’arcade.

Dal punto di vista tecnico, il gioco punta a offrire un’esperienza online solida, con netcode rollback, lobby personalizzabili e classifiche globali. Durante i test preliminari, si sono evidenziati alcuni problemi di matchmaking e di interfaccia, ma SNK ha mostrato apertura al feedback della community e ha già promesso aggiornamenti dedicati al miglioramento delle performance in rete. Il gioco sembra quindi costruito per durare nel tempo, con una base progettuale stabile e ambiziosa.

FATAL FURY: CITY OF THE WOLVES non è solo un tributo nostalgico: è una vera e propria dichiarazione di intenti. È un titolo che rifiuta l’idea che il passato debba essere solo celebrato e lo trasforma invece in un punto di partenza per qualcosa di vivo, moderno e potente. Non è un gioco perfetto, ma è un gioco che ha qualcosa da dire, e lo dice con stile, intelligenza e una carica emotiva che difficilmente si trova in altri picchiaduro odierni. Chiunque ami la competizione tecnica, il carisma dei personaggi e le esperienze di gioco capaci di crescere nel tempo troverà in questo capitolo un riferimento solido, forse uno dei migliori ritorni che il genere abbia mai conosciuto.