Quest’oggi vogliamo condividere con voi la Recensione di un gioco che probabilmente non conoscete, in quanto il suo rilascio è avvenuto silenziosamente sulla piattaforma Steam, il suo nome è ECHO, scopriamo insieme di cosa si tratta.
Echo Recensione
A distanza di un secolo dalla partenza, un’astronave giunge a destinazione, portando una ragazza di nome En su un pianeta molto distante dalla Terra, al fine di riportare in vita un individuo di nome Foster, morto in circostanze sospette.
Ad aiutare En nel suo viaggio intergalattico vi è un’intelligenza artificiale di nome London. Dopo essere atterrata sul pianeta, En inizia ad esplorarlo alla ricerca del palazzo in cui si cela la tecnologia necessaria per riportare in vita Foster.
Per circa un’ora e mezza non dovremo far altro che camminare per lo scenario ed assistere alle continue discussioni tra En e London, sfociando terribilmente nella più totale monotonia, a causa di un’introduzione più lunga del previsto.
Coloro che superano l’introduzione senza chiudere il gioco con largo anticipo, si ritrovano di fronte un gameplay dalle meccaniche stealth. Equipaggiati con una pistola, dovremo muoverci furtivamente nello scenario, avendo a che fare con un solo tipo di nemico, noi stessi.
Il gioco è ambientato all’interno di un palazzo in cui si alternano momenti di blackout e quindi di totale buio alla luce. Durante le fasi luminose ogni azione che faremo verrà registrata dal palazzo, per poi essere riprodotta durante il blackout, ponendoci di fronte a nemici con le stesse identiche sembianze e azioni di En. I nemici uccisi torneranno in vita dopo il blackout, permettendogli di scoprire la nostra posizione.
Le munizioni sono limitate, per ricaricarle dovremo ricorrere a dei pannelli sparsi per l’ambientazione. La progressione risulta molto lineare, focalizzando l’attenzione del giocatore sulla trama tramite i dialoghi tra En e London, nonostante le cutscene siano ridotte all’essenziale.
Purtroppo però il gioco è totalmente in inglese senza il supporto dei sottotitoli, causando grandi problemi a coloro che non masticano la lingua estera. Dopo un’ora di gioco è inevitabile ritrovarsi in un Dejavu a causa della medesima ambientazione per l’intera durata, nonostante graficamente parlando, essendo un team di piccole dimensioni, risulta accattivante e ben strutturato.
Altro lato negativo risiede nell’ottimizzazione del titolo nelle prime fasi di gioco, costringendo ad abbassare i dettagli anche su PC performanti, portandoci ai 60 FPS solo a gameplay inoltrato con poche opzioni grafiche a disposizione.