DUCK è uno di quei titoli che non ti aspetti. Parte da un’idea semplice eppure sorprendente: un gruppo di paperotti spensierati scopre una cartuccia che promette 100 giochi in 1, ma al suo interno si nasconde lo spirito malvagio D.U.C.K., pronto a intrappolarli in un mondo bidimensionale senza via d’uscita. Da questa premessa prende vita un’avventura che mescola azione immediata, varietà stilistica e una cornice narrativa accattivante, riportando i giocatori a quell’epoca in cui bastava una console collegata al televisore per vivere pomeriggi indimenticabili.
La struttura di gioco ruota attorno a 100 microgiochi divisi in 15 categorie, che spaziano dagli enigmi lampo alle sfide più frenetiche, fino alle immancabili boss fight, momenti clou che alzano la tensione e rompono la routine. Ogni sezione offre esperienze sempre diverse, con tre livelli di difficoltà che spingono a migliorarsi gradualmente. Ciò che sorprende è la ricchezza visiva e sonora: la pixel art muta a seconda del microgioco, accompagnata da tracce originali ed effetti dedicati che amplificano il senso di imprevedibilità. Non sapere mai cosa ti aspetta al prossimo round è parte integrante del fascino del gioco.
La modalità storia si sviluppa in cinque capitoli, ognuno legato a un diverso paperotto protagonista, e invita il giocatore a superare prove e condizioni speciali per proseguire. A questo si aggiunge un sistema di collezionabili che premia la costanza: completando le sfide si sbloccano pannelli decorativi che offrono ben 16 varianti estetiche, dal tema arcade a quello estivo, passando per stili fumettistici e persino greci. Una trovata che incentiva chi ama personalizzare e collezionare.
Non mancano le modalità extra pensate per allungare la longevità. La Vault Mode permette di rigiocare i microgiochi sbloccati per inseguire record e perfezionare la propria abilità. La Survival Mode è invece dedicata ai giocatori più competitivi: una maratona di resistenza in cui ogni errore può essere fatale. Infine, le modalità multigiocatore come la Party Mode e la Hotseat trasformano DUCK in un’esperienza conviviale, da vivere in compagnia come accadeva con i vecchi multiplayer da divano degli anni ’90.
Uno degli aspetti più riusciti è l’atmosfera nostalgica. L’ambientazione di una stanzetta semplice, illuminata dal sole al tramonto e con un televisore panciuto acceso, cattura alla perfezione lo spirito del gioco. Non punta al realismo tecnico, ma alla capacità di evocare emozioni e ricordi, creando un legame affettivo con chi ha vissuto quell’epoca.
DUCK non è soltanto una raccolta di microgiochi, ma una vera lettera d’amore al videogioco retrò. È rapido, vario, sorprendente e capace di emozionare grazie a un mix di nostalgia e creatività. Ogni partita dura pochi istanti ma lascia il segno, spingendo sempre a tentare un’altra sfida. È un titolo che celebra il piacere del gioco nella sua forma più pura, capace di divertire e coinvolgere, ma soprattutto di ricordarci quanto poco servisse un tempo per vivere avventure indimenticabili.