All Hands on Deck Recensione: la cooperativa più divertente da vivere in due

All Hands on Deck è un’esperienza cooperativa che punta tutto sulla leggerezza, sul gioco condiviso e sulla capacità di trasformare ogni azione in un momento di complicità. L’idea di mettere al centro due mani animate, Lefty e Righty, funziona sorprendentemente bene: queste piccole protagoniste diventano subito espressive, buffe e perfette per un’avventura che non si prende mai troppo sul serio. Nei vari livelli ispirati ad ambienti da asilo si esplora un mondo costruito con materiali morbidi, colori brillanti e oggetti che sembrano usciti da un laboratorio creativo, un contesto che riesce a trasmettere immediatamente un senso di giocosa spontaneità.

La forza del gioco risiede nella cooperazione obbligata, concepita in modo da rendere ogni puzzle un’occasione per comunicare, sincronizzarsi e improvvisare. Le meccaniche basate su bracci estensibili, elastici, pitture colorate e oggetti interattivi creano situazioni sempre diverse, mantenendo un ritmo vivace e privo di ripetitività. All Hands on Deck non cerca di mettere alla prova con difficoltà elevate, ma di coinvolgere due giocatori in un percorso dove la coordinazione conta più di tutto, sia sul divano che tramite Remote Play. Per questo motivo risulta perfetto per coppie, amici o familiari, anche per chi è poco esperto: l’approccio intuitivo permette a chiunque di inserirsi nell’azione dopo pochi minuti.

Dal punto di vista visivo, il titolo sceglie una direzione artistica dolce, morbida e accogliente, con ambientazioni che evolvono progressivamente e aggiungono sempre nuovi elementi visivi. Le animazioni curate, i dettagli dei materiali e la resa cromatica trasmettono una sensazione di costante meraviglia infantile che completa perfettamente il tono leggero dell’opera. È un mondo che invita a essere esplorato senza pensieri, e che riesce a comunicare positività a ogni passo.

Sul fronte tecnico, l’ottimizzazione è solida e il gameplay scorre senza incertezze, anche su configurazioni medie. Il supporto ai controller e al gioco cooperativo è completo, mentre la fluidità generale contribuisce al piacere di una partita priva di intoppi. L’unico limite evidente è la longevità ridotta: la quantità di livelli e scenari è piacevole ma non abbondante, e chi cerca profondità, contenuti estesi o una sfida crescente potrebbe rimanere con la sensazione di voler “un po’ di più”.

Nel complesso, All Hands on Deck è un titolo che raggiunge pienamente il suo scopo: far divertire due giocatori attraverso un’avventura cooperativa intuitiva, allegra e ricca di piccoli momenti memorabili. Non è pensato per chi cerca complessità o un alto livello di sfida, ma è una scelta eccellente per condividere un’esperienza serena, spensierata e capace di mettere il sorriso. Un gioco breve, caldo e genuino, che brilla soprattutto quando vissuto in coppia.