Grand Theft Auto VI si è rivelato in tutto il suo potenziale con il secondo trailer ufficiale, pubblicato da Rockstar Games in un momento totalmente inaspettato. Nonostante l’uscita sia fissata per maggio 2026, il video ha rilanciato con forza l’hype mondiale: non solo per la qualità tecnica mostrata, ma per la densità narrativa e la profondità tematica che emergono fin dai primi fotogrammi.
Vice City non basta più: nasce Leonida
Non è più tempo di limitarsi a una città: con GTA VI, Rockstar crea uno stato intero, chiamato Leonida, liberamente ispirato alla Florida contemporanea ma trasfigurato in chiave GTA. Cinque le macrozone già svelate, ognuna con una personalità distinta:
- Vice City: la metropoli glamour e corrotta che conosciamo, ora ampliata in verticale e orizzontale
- Port Gellhorn: un ex paradiso turistico ora preda della criminalità
- Grassrivers: paludi ostili dove la legge non arriva
- Ambrosia: città operaia dove la dolcezza dello zucchero è solo apparenza
- Monte Kalaga: montagna isolata e misteriosa, regno dei reietti
- Leonida Keys: isole da sogno con retroscena inquietanti
Leonida è un mosaico narrativo, vivo e reattivo, abitato da NPC unici, fazioni, traffici illeciti e ambientazioni mai viste prima. Rockstar promette un open world dinamico, dove ogni quartiere ha un’anima, una cultura e delle contraddizioni.
Una coppia al centro della tempesta
La trama si concentra su Jason Duval e Lucia Caminos, due criminali con passati opposti ma uniti da un presente instabile. Lui è un ex soldato dal temperamento pragmatico, cresciuto nell’ombra di traffici e truffe. Lei, una donna temprata dal carcere, cerca una via d’uscita dalla spirale che l’ha inghiottita.
La relazione tra i due protagonisti è al centro della narrazione. Non si tratta di una semplice alleanza criminale: c’è amore, fiducia, paura, disillusione. Il trailer mostra momenti quotidiani alternati a rapine esplosive, creando un’alternanza emotiva che punta a coinvolgere il giocatore anche sul piano umano.
Volti nuovi, storie pericolose
Rockstar ha introdotto un cast di personaggi secondari credibili e ben inseriti nel contesto criminale, come:
- Boobie Ike: imprenditore carismatico con radici nello spaccio
- Dre’Quan Priest: giovane boss discografico ambizioso
- Real Dimez: duo rap in cerca di fama virale
- Raul Bautista: mente veterana delle rapine
- Brian Heder: signore del traffico delle Keys
Questi comprimari non sono semplici comparse, ma anelli fondamentali nella rete criminale che si estende per tutto lo Stato di Leonida.
Impatto visivo: tra fotorealismo e stile cinematografico
Le immagini del trailer parlano chiaro: GTA VI punta al fotorealismo, con un motore grafico in grado di gestire luci dinamiche, animazioni dettagliate e paesaggi mozzafiato. Colpisce la fluidità delle transizioni, la densità urbana, il realismo nei volti e nei gesti dei personaggi.
Un dettaglio interessante: la build mostrata è stata catturata interamente su PlayStation 5 base, confermando che Rockstar mira a una uniformità di prestazioni a 4K e 30fps su tutte le console, inclusa Xbox Series S. La scelta è strategica: stabilità prima di potenza pura, almeno nella fase di lancio.
Un trailer che racconta musica, cultura e satira
A dare ritmo al trailer ci pensa “Hot Together” delle Pointer Sisters, brano del 1986 perfettamente in linea con l’atmosfera retrò di Vice City. Una scelta che strizza l’occhio agli anni ’80, periodo simbolico per l’immaginario criminale e musicale degli Stati Uniti, e che dimostra ancora una volta l’abilità di Rockstar nell’usare la musica come elemento narrativo.
Come da tradizione, GTA VI non rinuncia alla sua vena satirica: dalle pubblicità fittizie ai dialoghi pungenti, ogni dettaglio del mondo di gioco racconta un’America deformata, grottesca, ma tragicamente riconoscibile.
Un’attesa lunga, ma carica di promesse
Il 2026 può sembrare lontano, ma GTA VI ha già fatto qualcosa di straordinario: trasformare un’attesa frustrante in un’esperienza narrativa condivisa, fatta di teorie, emozioni e meraviglia. Rockstar non ha solo mostrato un gioco: ha mostrato un mondo vivo, una storia che non vediamo l’ora di vivere, una nuova pietra miliare per il genere open world.