Farthest Frontier: Giocatore pretende il supporto ma ha il gioco pirata

Quando si incontra un problema in un videogioco è naturale cercare soluzioni online, consultare forum o confrontarsi con altri giocatori. I più insistenti arrivano persino a contattare direttamente gli sviluppatori. Esiste però un limite che, in questa vicenda, è stato chiaramente oltrepassato: pretendere supporto ufficiale per un gioco piratato.

Il caso esploso nella community di Farthest Frontier

Tutto è avvenuto sulla pagina community di Farthest Frontier, gestionale medievale sviluppato da Crate Entertainment, lo stesso team noto per Grim Dawn. Il titolo è un city builder con forti elementi survival, apprezzato per il sistema agricolo avanzato, la gestione delle malattie in stile Oregon Trail e una simulazione dei villaggi estremamente dettagliata. Fin dal lancio ha raccolto recensioni molto positive su Steam, imponendosi come uno dei gestionali più apprezzati della sua fascia.

Tra gli utenti più attivi del forum figurava BigBadAss33, che per settimane ha pubblicato messaggi critici. Le sue lamentele riguardavano mappe troppo dense di alberi, un sistema di commercio poco intuitivo e una gestione dell’inventario giudicata eccessivamente macchinosa. In alcuni interventi arrivava a definire il micro–management continuo del gioco come qualcosa di assurdo e mal progettato.

Dalle critiche ai crash, fino allo scontro con gli sviluppatori

La situazione è degenerata a metà dicembre, quando l’utente ha iniziato a segnalare crash improvvisi e presunti problemi tecnici, chiedendo risposte dirette e rapide agli sviluppatori. Il 21 dicembre ha aperto un thread esplicito dal titolo “Please fix your in game time?”, chiamando in causa direttamente il team di sviluppo.

La risposta non si è fatta attendere ed è arrivata da Zantai, uno degli sviluppatori di Crate Entertainment. Il messaggio è stato tanto breve quanto definitivo: “Per favore acquista il gioco invece di usare una versione non-Steam.” Subito dopo, il thread è stato chiuso.

La conferma della copia pirata e la posizione di Crate Entertainment

In seguito, Zantai ha chiarito ulteriormente l’accaduto su Reddit. L’utente aveva parlato apertamente di una “non-Steam version”, una definizione che non esiste in alcun contesto ufficiale e che ha reso evidente l’utilizzo di una copia pirata. Secondo lo sviluppatore, chi non supporta economicamente un progetto non può pretendere di partecipare alla community ufficiale né di ricevere assistenza diretta dagli sviluppatori.

Allo stesso tempo, Zantai ha sottolineato come la pirateria sia un fenomeno complesso. Esistono giocatori che provano un titolo in modo illecito e poi decidono di acquistarlo, spesso scusandosi con gli sviluppatori. In questi casi, secondo lui, concedere una seconda possibilità è corretto. Ben diverso è l’atteggiamento di chi pirata per protesta o per principio, pretendendo comunque supporto, attenzione e rispetto come se fosse un cliente legittimo.

Un episodio emblematico per tutta l’industria

Il caso di Farthest Frontier è diventato emblematico di un problema più ampio nel mondo dei videogiochi: il rapporto tra pirateria, community e supporto ufficiale. Pretendere assistenza per un prodotto non acquistato non è solo una mancanza di rispetto verso chi lo sviluppa, ma mina anche il funzionamento stesso delle community, che esistono grazie al contributo diretto dei giocatori che scelgono di sostenere economicamente i progetti che apprezzano.