Non è un Soulslike. Non è un Devil May Cry in salsa orientale. E non è nemmeno un semplice action in terza persona. Phantom Blade Zero è qualcosa di diverso, di personale, di difficilmente definibile. Dopo l’ultimo aggiornamento presentato alla GDC 2025, è ormai chiaro che il nuovo progetto di S-Game non si lascia incasellare. Il director Soulframe Liang lo descrive come un’opera “ibrida, artigianale, stilizzata”: un gioco d’azione che cerca di coniugare spettacolarità, tensione e identità culturale.
Un DNA complesso: tre anime, un solo corpo
Alla base di Phantom Blade Zero ci sono tre ispirazioni dichiarate, che si intrecciano in modo sorprendentemente armonico.
La prima è legata al combattimento: combo fluide, dinamiche e visivamente potenti, ma pensate per essere più accessibili rispetto ai classici action hardcore. Un sistema che strizza l’occhio alla filosofia di Devil May Cry, ma che rinuncia agli input complessi per lasciare spazio al ritmo e alla reattività.
La seconda influenza riguarda la struttura delle mappe. Non siamo in un open world, ma in un mondo frammentato e collegato da percorsi intricati. Il team prende ispirazione da Dark Souls, ma alleggerisce il concetto di morte come punizione, rendendo l’esperienza più fluida e meno punitiva.
La terza dimensione è quella dell’atmosfera. Phantom Blade Zero non punta sul fotorealismo, ma su una direzione artistica definita e originale. Gli sviluppatori citano Resident Evil 4 e Alan Wake come riferimenti, ma il risultato finale è qualcosa che definiscono kung fu punk: un mondo gotico, decadente, e allo stesso tempo intriso di spiritualità e folklore orientale.
Un omaggio al cinema di Hong Kong (ma giocabile)
L’obiettivo di Liang non è solo creare un gioco. È mettere in scena un film di arti marziali interattivo, ispirato alla grande tradizione del cinema di Hong Kong. Nomi come Jet Li, Donnie Yen e Jackie Chan non sono semplici citazioni, ma veri e propri punti di partenza per costruire una coreografia videoludica autentica.
Ogni mossa, ogni animazione di Phantom Blade Zero è realizzata in motion capture con veri artisti marziali, per dare al giocatore la sensazione concreta di combattere in un duello stilizzato ma realistico. Il ritmo non è quello frenetico degli hack & slash tradizionali: qui c’è peso, fisicità, eleganza coreografica.
Stile visivo, filosofia indie e nostalgia PS2
Il gioco si distingue anche per la sua filosofia produttiva. S-Game rifiuta l’approccio dei blockbuster su larga scala. L’intento è realizzare un’esperienza compatta ma profonda, come si faceva ai tempi di PS1 e PS2, quando i titoli avevano un inizio, una fine, e una forte impronta autoriale.
Liang lo dice chiaramente: “Vogliamo creare qualcosa che sia completo e coerente, senza riempitivi, senza compromessi.”
Il gameplay: accessibile ma profondo
Durante la GDC è stato mostrato uno scontro inedito con un boss opzionale, un inquietante maestro burattinaio che controlla minion curativi. La battaglia si sviluppa in due fasi, ma a differenza dei Souls, qui la seconda fase funge da checkpoint, rendendo il tutto meno frustrante e più fluido.
Una scelta che mostra la volontà del team di rendere il gioco impegnativo ma non respingente, adatto sia agli appassionati di action tecnici sia a chi cerca semplicemente una buona storia in un mondo suggestivo.
La varietà di armi sarà ampia: 30 principali, 20 secondarie, tutte ispirate alla tradizione orientale ma reinterpretate in chiave punk. È prevista anche una modalità Extreme, con un sistema di intelligenza artificiale che non segue pattern predefiniti, pensato per chi vuole mettersi alla prova con duelli imprevedibili.
E la storia? Ancora un mistero
Il dettaglio più curioso è che tutti i contenuti mostrati finora sono opzionali. I boss, i combattimenti, le location… tutto fa parte di sezioni secondarie. Questo significa che la campagna principale è ancora completamente nascosta. Un approccio raro in tempi di trailer eccessivi, e che aumenta ulteriormente la curiosità attorno al titolo.
Dopo l’enorme attenzione riservata a Black Myth: Wukong, anche Phantom Blade Zero sta ricevendo un’attenzione globale. Il primo trailer ha superato i 5,3 milioni di visualizzazioni sul canale YouTube di PlayStation, superando Wukong fuori dalla Cina.
Tencent, che investe in entrambi i titoli, ha spinto per aumentare le risorse a disposizione di S-Game. Ma mentre Wukong guarda al mito e all’epica, Phantom Blade Zero punta sull’arte del combattimento e sull’intimità visiva, con l’ambizione di diventare il riferimento per una nuova generazione di action RPG asiatici.
Non c’è ancora una data ufficiale, ma una cosa è certa: il mondo videoludico guarda con enorme interesse a questo nuovo, oscuro guerriero.