Phantom Blade Zero combatte nel nuovo Gameplay

Phantom Blade Zero è un Soulslike? Ecco la risposta

In un panorama videoludico sempre più saturo di cloni di Dark Souls ed emuli di Elden Ring, Phantom Blade Zero si presenta come una proposta radicalmente diversa, capace di rompere gli schemi con un approccio personale, elegante e narrativamente profondo. Sviluppato da S-Game e pubblicato in esclusiva console su PlayStation 5 nel 2026, il titolo si è già guadagnato l’attenzione della critica e del pubblico, nonostante manchino ancora mesi al lancio.

Come detto in un precedente articolo, è Il kung fu punk che vuole ridefinire il genere action

Nessuna etichetta soulslike: Phantom Blade Zero è qualcosa di nuovo

Fin dal primo trailer molti lo avevano etichettato come l’ennesimo “soulslike orientale”, ma il team di sviluppo ha chiarito con fermezza: Phantom Blade Zero non è un soulslike, e nemmeno un action tradizionale. Il gioco prende ispirazione da varie fonti ma costruisce una propria identità, proponendo un equilibrio tra ritmo serrato, coreografie marziali e una narrazione cupa ma stilizzata.

Chi ha avuto modo di provarlo in anteprima, come nel caso di GJX Game Arcade, ha sottolineato che il gameplay è più vicino a God of War che a Sekiro. I combattimenti sono veloci, reattivi e visivamente spettacolari, ma non eccessivamente punitivi. Anche alla massima difficoltà, il gioco non punta sul trial and error, ma su fluidità, lettura degli avversari e controllo tecnico del personaggio.

Un combat system da film di arti marziali

Il vero punto di forza di Phantom Blade Zero è il suo combat system cinematografico ispirato al kung fu. Ogni scontro sembra una scena coreografata, grazie a un sistema che unisce:

  • Attacchi veloci e combo fluide
  • Schivate scenografiche e contrattacchi precisi
  • Transizioni dinamiche tra armi principali e secondarie

Il gioco offrirà oltre 30 armi primarie, ciascuna con un proprio set di mosse e animazioni, e più di 20 armi secondarie, ideali per creare uno stile personale e adattarsi a ogni situazione. Questa varietà permette ai giocatori di sperimentare e reinterpretare ogni combattimento come una danza mortale.

Un’esperienza su misura per ogni tipo di giocatore

L’approccio alla difficoltà è un altro elemento distintivo. Phantom Blade Zero adotta un sistema dinamico, in cui il comportamento dei boss cambia drasticamente in base al livello selezionato. Non si tratta solo di aumentare i danni o la vita degli avversari: le meccaniche, i pattern e l’intelligenza artificiale si trasformano, offrendo un’esperienza che può essere semplice e spettacolare per i nuovi arrivati, o tecnica e brutale per i veterani.

Questa flessibilità rende il gioco accessibile senza rinunciare alla profondità, e invita a essere rigiocato più volte per padroneggiare ogni aspetto del combattimento.

Uno stile unico, lontano dai cliché

Oltre al gameplay, Phantom Blade Zero colpisce per la sua estetica oscura e raffinata, che fonde elementi gotici, architetture ispirate all’epoca Ming e una regia che sembra uscita da un wuxia moderno. L’atmosfera è inquieta e misteriosa, sostenuta da una colonna sonora evocativa e da una direzione artistica che punta tutto sulla personalità visiva.

Phantom Blade Zero non si limita a proporre un nuovo gioco d’azione: si propone come una dichiarazione d’intenti, un’alternativa concreta per chi è stanco delle copie carbone dei soulslike. Con un sistema di combattimento ricco, una narrativa densa e uno stile visivo magnetico, rappresenta una delle esclusive PS5 più promettenti del 2026. Non un clone, non un omaggio, ma un titolo che cammina con sicurezza nella propria ombra, pronto a colpire con la grazia letale di un guerriero silenzioso.