Lo studio DALOAR, già autore dell’inquietante The Occultist, ha svelato il suo nuovo progetto: Frame Zero, un horror psicologico in prima persona destinato al PC e atteso per la metà del 2027. Il titolo punta a unire investigazione, tensione sovrannaturale e introspezione mentale, offrendo un’esperienza cinematografica e opprimente che si muove tra fede e terrore.
Un’indagine che diventa ossessione
La trama di Frame Zero si apre con un mistero ispirato a fatti e figure reali. Dopo la morte improvvisa di Padre Gabriele Amorth, celebre esorcista scomparso in circostanze inspiegabili, due giornalisti – Emma Sullivan e il cameraman Daniel Foster – si recano nel suo condominio per girare un reportage. Il loro obiettivo è semplice: raccogliere testimonianze e ricostruire gli ultimi giorni dell’uomo. Tuttavia, una volta arrivati, scoprono un silenzio inquietante. Le porte chiuse, i corridoi deserti e i rumori lontani trasformano presto la curiosità in terrore.
Quando i protagonisti riescono a entrare nell’appartamento di Amorth, si trovano di fronte a una scena agghiacciante: tutti i residenti dell’edificio sono morti. Frugando tra reliquie sacre e vecchi appunti dell’esorcista, Emma e Daniel ricostruiscono la storia di una ragazza posseduta, nascosta per anni nel sottotetto dopo che la Chiesa aveva deciso di interrompere il rituale. Padre Amorth avrebbe tentato di salvarla da solo, ma qualcosa è andato terribilmente storto.
La discesa nella follia
Nel momento in cui la coppia entra nella stanza sigillata, la creatura cieca e deformata che un tempo fu la bambina viene liberata, e il caos si abbatte sul condominio. Emma scompare improvvisamente, lasciando Daniel da solo, armato soltanto della sua videocamera. Attraverso l’obiettivo, il giocatore dovrà documentare, sopravvivere e comprendere cosa si nasconde davvero dietro i muri di quell’edificio maledetto.
Frame Zero promette una struttura narrativa ramificata, con scelte morali e psicologiche che influenzeranno la percezione della realtà stessa. L’uso della videocamera non sarà un semplice strumento di visione notturna, ma un mezzo per scoprire l’invisibile, percepire le presenze e svelare frammenti della memoria di Emma e di Amorth.
Un’esperienza horror tra fede e percezione
Secondo DALOAR, il gioco offrirà un’atmosfera claustrofobica e sensoriale, sostenuta da effetti sonori realistici e da un comparto visivo che sfrutterà l’illuminazione dinamica per amplificare il senso di smarrimento. La linea che separa realtà e allucinazione sarà costantemente sottile, spingendo il giocatore a dubitare di ciò che vede attraverso la lente della telecamera.
I riferimenti dichiarati spaziano da Outlast a The Medium, ma con una forte componente religiosa e psicologica che darà a Frame Zero una propria identità. DALOAR punta a creare non solo un horror visivo, ma una riflessione sulla colpa, sulla fede e sul trauma, elementi che diventeranno parte integrante del gameplay e della narrazione.
Con la promessa di un finale multiplo e di una tensione crescente, Frame Zero si candida a essere una delle esperienze horror più profonde e disturbanti del panorama videoludico dei prossimi anni.